Helsinn, una procedura che solleva interrogativi!
OCST prende atto delle misure adottate da Helsinn. Una ristrutturazione che fa emergere un dato inconfutabile: senza una dimensione collettiva della trattativa non c’è vera consultazione!
OCST prende atto delle misure adottate da Helsinn. Una ristrutturazione che fa emergere un dato inconfutabile: senza una dimensione collettiva della trattativa non c’è vera consultazione!
Nella giornata di mercoledì 7 giugno Sintetica e OCST hanno presentato i risultati delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo aziendale per gli anni 2023-2028. Il nuovo contratto è entrato in vigore il 1. maggio.
L’annuncio odierno della chiusura del contratto di Ticino Manufacturing non è altro che la conclusione naturale di una storia nata male. L’introduzione del salario minimo voluta dal popolo pone un limite al di sotto del quale non andare per garantire un minimo vitale alle lavoratrici e ai lavoratori. Per questo il sindacato OCST, fin da subito, aveva rifiutato le richieste tardive di alcune aziende di stipulare un contratto collettivo con l’unico scopo di aggirare la legge sul salario minimo.
Ciò che è seguito, con l’accordo tra direzioni aziendali e TiSin e l’imposizione al personale del contratto Ticino Manufacturing, ha leso la dignità delle dipendenti e dei dipendenti di queste aziende. La decisione dell’autorità cantonale di non considerare questi accordi come un’eccezione valida, in linea cioè con la Legge salario minimo, ha restituito dignità all’impegno di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno i sindacati compiono consultandoli quotidianamente in modo individuale e collettivamente tramite le assemblee e le commissioni del personale.
Continua quindi l’impegno del sindacato OCST per una contrattazione volta a valorizzare il ruolo chiave delle lavoratrici e dei lavoratori nelle aziende del nostro Cantone. Un impegno che considera sì i livelli salariali, ma anche altri aspetti tra cui l’organizzazione del lavoro, la conciliabilità lavoro famiglia, il riconoscimento delle competenze acquisite, la formazione continua.
Oggi alle 13.00 i sindacati OCST e Unia hanno distribuito un volantino alle lavoratrici e ai lavoratori di CEBI SA che subiscono pressioni per firmare un contratto collettivo che aggiri l'introduzione del salario minimo legale.
Che schifo, viene da dire. Lavori bene, e questo ti viene riconosciuto, l’azienda va bene, lo dicono i conti. Ma un giorno un manager in una videochiamata dagli Stati Uniti, verosimilmente senza vedere o riconoscere i volti delle persone alle quali stava parlando, comunica: spostiamo l’attività lontano da qui.
Perché? Buone ragioni non ce ne sono, le cose vanno bene. Si è trattato, probabilmente, di qualcosa di molto simile ad una partita di Monopoli: tiro i dadi, ho fatto sei, chiudo qui, apro là. Solo che dentro le casette del Monopoli non ci abita nessuno. Alla Kerr di Bioggio lavorano un centinaio di persone.
Il dialogo è stato escluso fin dall’inizio, lo abbiamo denunciato in un comunicato precedente. L’azienda ha messo in piedi un piano sociale, poco sociale in realtà, perché ai manager verrà distribuito di più che al personale produttivo. Alla nostra ultima richiesta di incontro, la direzione non si è nemmeno degnata di rispondere.
Cosa è successo dietro le quinte? Che le lavoratrici e i lavoratori della Kerr di Bioggio sono stati convocati ad uno ad uno ed è stato loro sottoposto un contratto nel quale venivano indicate le condizioni di licenziamento. A chi ha chiesto di poter portare il testo dell’accordo a casa per poterlo leggere con calma e magari chiedere consiglio a qualcuno è stato risposto che era necessario mantenere il massimo riserbo. Addirittura con i famigliari.
Ma che richiesta assurda è mai questa? Riserbo con i famigliari? Vieni licenziato e non puoi nemmeno confrontarti con i tuoi famigliari? E non puoi chiedere consiglio a nessuno?
Il sindacato OCST si oppone a questo modo disgustoso che concepisce le lavoratrici e i lavoratori alla stregua di utili macchine. Produrre, e non avere il diritto di parola. Soli e zitti davanti alla direzione aziendale.
Così una lavoratrice coraggiosa si è presentata da sola davanti alle telecamere per esprimere il dissenso. Ed è stata licenziata e ha perso la buona uscita. Non possiamo che commentare così: che schifo!
Per questa coraggiosa lavoratrice, OCST ha provveduto ad una prima contestazione al licenziamento e metterà in essere tutte le misure che riterrà più opportune per la sua tutela.
L’annuncio di questa mattina da parte della direzione di Mikron ha lasciato delusi e per certi versi sconcertati. I sindacati sono stati coinvolti in un incontro nella giornata di ieri durante il quale hanno posto delle richieste alla direzione dell’azienda e al rappresentante di Swissmem che non sono state prese in considerazione.
Giovedì 28 novembre a Balerna, nel corso della giornata di formazione sindacale sui temi legati al mondo dell’industria, lavoratrici, lavoratori, delegate e delegati affiliati ad OCST, hanno voluto esprimere compatti il loro appoggio e la loro solidarietà ai colleghi di Mikron SA (Agno) e Trasfor SA (Molinazzo di Monteggio) coinvolti da una ristrutturazione organizzativa.