Nel corso del 2025 il nostro sindacato intende intensificare la propria attività nel settore del terziario impiegatizio.
In base agli ultimi rilevamenti dell’Ufficio cantonale di statistica, alla fine del terzo trimestre del 2024 in Canton Ticino risultavano impiegati nel settore terziario circa 199'000 addetti, a fronte di circa 53'000 persone impiegate nel settore secondario.
Se si considera come solo dieci anni fa gli addetti impiegati nel terziario fossero circa 165'000, ben si comprende come tale macro comparto sia stato (e sia tutt’ora) di gran lunga il più soggetto ad una crescita occupazionale.
Il sindacato è storicamente presente in alcuni rami del terziario, quale ad esempio il socio-sanitario. Nel mondo impiegatizio, tuttavia, la nostra presenza è ancora sporadica ed è proprio verso questo macro-mondo che intendiamo ora rivolgere maggiore attenzione, rispondendo alla nostra vocazione di unico sindacato cantonale interprofessionale.
La sfida è complessa. Nel terziario impiegatizio le qualifiche del personale sono elevate e la cultura sindacale è ai minimi termini. Si tende a credere, infatti, di non aver bisogno del supporto del sindacato, in quanto “le mie personali competenze in ambito negoziale basteranno a trovare la quadra del cerchio”.
I dati, al contrario, ci raccontano una realtà ben diversa. È infatti proprio nel terziario impiegatizio che ancora oggi assistiamo ai maggiori casi di dumping salariale, oltre al profilarsi di un numero troppo elevato di Contratti Normali di Lavoro, indice di come il pericolo di abuso sia forte.
Il Contratto Normale di Lavoro, tuttavia, può al limite tamponare (in modo peraltro insufficiente) il problema salariale ma non regolamenta tutte quelle altre voci relative alla gestione del personale, ovvero tutti quei bisogni che oggi vengono percepiti come ancora più stringenti da parte delle collaboratrici e dei collaboratori.
Pensiamo, ad esempio, all’introduzione di forme di flessibilità atte a migliorare il work life balance (congedi familiari, telelavoro, orario flessibile, lavoro per obiettivi). Laddove OCST è riuscita a sottoscrivere dei CCL cantonali o aziendali, questi temi sono stati regolamentati in modo virtuoso, con soddisfazione tanto dei collaboratori quanto del management. Le aziende che si sono fidate di noi ne hanno guadagnato in benessere aziendale e responsabilità sociale.
Siamo inoltre coscienti che occuparsi di terziario significa primariamente conoscere le trasformazioni sociali ed economiche che interessano il settore. Pensiamo al tema, già introdotto in precedenza, degli impatti attuali e futuri generati dall’intelligenza artificiale, soprattutto quella generativa.
In base ai dati raccolti e processati dall’OCSE, ad oggi circa il 6% degli impiegati presenti in Svizzera sarebbero già pienamente sostituibili dall’IA, un dato di per sé destinato a crescere e che apre il tema della riqualifica professionale di queste persone. Dove, se non all’interno di un CCL e tramite l’utilizzo dei relativi fondi paritetici, atti proprio a finanziare la formazione continua, possiamo intervenire a loro favore?
Il dato assume poi dei contorni ancora più decisivi se si pensa che, sempre secondo l’OCSE, ad oggi sono proprio quei lavoratori più minacciati dall’IA coloro che tendono a partecipare meno ad attività di formazione continua (meno del 15%).
Oltre al problema occupazionale, qui appena accennato, vi è poi il tema della competitività delle nostre imprese. A livello globale sono infatti soprattutto le multinazionali che stanno implementando sistemi di IA per supportare (in modo più o meno sinergico) i collaboratori. Quando ben gestito, si tratta di un processo che aumenta la produttività delle aziende. Ebbene, in tal senso il nostro Cantone rischia di soffrire di un ritardo, in quanto il 70% dei lavoratori presenti in Ticino sono impiegati in PMI, per forza di cose meno pronte (per mancanza di competenze e di investimenti) ad implementare un uso strategico e virtuoso dell’IA.
Il sindacato OCST non si illude di poter controllare questo cambiamento, in quanto dipende da dinamiche globali ben più grandi di noi. Tuttavia, non vogliamo rimanere spettatori passivi ma essere attori protagonisti. Desideriamo farlo seguendo tre vie:
- Studiare il tema in modo approfondito, promuovendo un’intensa attività di formazione al nostro interno (sia teorica, sia di utilizzo pratico). Crediamo saremo il primo sindacato a farlo, perlomeno a livello svizzero.
- Organizzare per i nostri associati un ciclo di seminari pubblici di conoscenza del funzionamento dell’IA e dei suoi possibili impatti sul mercato del lavoro.
- Introdurre nei CCL in essere (soprattutto a livello terziario) il tema della formazione continua di quei collaboratori che rischiano di perdere il posto per l’IA o perlomeno di doversi riadattare secondo nuove competenze che permettano loro di lavorare in sinergia con queste tecnologie.
La strada è in salita e dovremo percorrerla di corsa.