Il dispositivo della sentenza del processo Consonni ha lasciato senza parole gli ex lavoratori impiegati in diversi cantieri svizzeri (residenze ed alberghi di lusso) con salari nettamente inferiori ai minimi dei CCL.
La Corte delle assise criminali di Lugano ha infatti deciso lo stralcio dell’accusa d’usura “per un supposto impedimento a procedere (ne bis in idem)”: nello stesso giorno dell’intimazione dell’atto d’accusa (ottobre 2017), la Procura aveva infatti decretato l’abbandono del reato di estorsione.
I lavoratori (accusatori privati), sostenuti da OCST e patrocinati dagli avv. Edy Meli di Lugano e dall’avv. Sebastiano Pellegrini di Mendrisio, hanno annunciato ieri alla Corte l’intenzione di presentare appello. In questo modo si otterranno le motivazioni della sentenza e sulla base delle stesse si verificheranno poi gli estremi per presentare una dichiarazione di appello entro 20 giorni.