Alcuni racconti che giungono in questi giorni al nostro sindacato ci suggeriscono che è necessario fare chiarezza su qualche importante concetto. Primo fra tutti: le misure restrittive imposte dai governi federale e cantonale sono volte a garantire la salute pubblica, la sostenibilità del sistema sanitario e ad evitare un nuovo lockdown, tutti obbiettivi di primario interesse per la comunità e per il sistema economico. 
Mal si comprende quindi la ragione per cui numerose persone telefonano al sindacato dichiarando di essere state minacciate di licenziamento se non si presentano al lavoro pur positivi al Covid o in quarantena o riferiscono di essere stati licenziati per aver chiesto il rispetto delle norme che prevedono l’isolamento delle persone contagiate.
Imporre la presenza di persone contagiate sul posto di lavoro è una violazione delle disposizioni di legge. Significa commettere un atto punibile dal punto di vista penale. È importante inoltre rendere attenti le lavoratrici ed i lavoratori che lasciando il proprio domicilio pur avendo ricevuto un’intimazione di quarantena commettono anch’essi un’azione punibile dal punto di vista penale. Se quindi c’è un momento nel quale è opportuno rifiutarsi di ossequiare a richieste assurde, è questo.
Va da sé che gli stessi principi valgono a livello internazionale. Chi è risultato positivo in un altro paese è soggetto alle stesse regole.
È inoltre poco chiaro il motivo per cui un datore di lavoro dovrebbe mettere a rischio la salute pubblica e la possibilità stessa si proseguire la propria attività, dal momento che per l’assenza dei dipendenti in caso di quarantena si riceve l’indennità covid, e la malattia, come di consueto, è coperta dalle assicurazioni competenti.
Molto più lungimirante è la visione di quei datori di lavoro che, come accade in questi giorni, arrestano temporaneamente la propria attività per arginare il più rapidamente possibile i primi indizi di contagio e garantire il proseguimento dell’attività su lungo termine.
Invitiamo dunque i datori di lavoro a rispettare scrupolosamente le norme covid, che non sono facoltative, a protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Ricordiamo alle lavoratrici e ai lavoratori che qualsiasi licenziamento motivato dall’assenza da lavoro per una quarantena è certamente da considerarsi abusivo e che hanno il sacrosanto diritto di chiedere il rispetto rigoroso dell’isolamento di chi è positivo al virus o entrato in contatto con esso.
 
 
Renato Ricciardi