I dipendenti della società HSH Delivery sagl, meglio conosciuta al pubblico come Divoora, sono stati chiamati con un preavviso di 24 ore ad accettare un nuovo contratto di lavoro nel quale viene introdotto il versamento del salario al minuto.

Sono le nuove frontiere dell’organizzazione del lavoro applicate alle collaboratrici e ai collaboratori impegnati nelle consegne del cibo a domicilio. In sostanza il collaboratore è a disposizione del datore di lavoro secondo dei turni prestabiliti, ma viene remunerato solo nei minuti di tempo che vanno dall’effettiva ricezione dell’ordine fino alla consegna nelle mani del cliente. Il resto del tempo? Non si viene pagati, del resto, come da contratto, si è liberi di accettare o meno di effettuare le consegne che vengono assegnate, con ovvie conseguenze, dato che si scende in graduatoria e si riceveranno meno ordini in futuro.

Il motivo di questa modifica contrattuale è, come segnalato nella lettera di accompagnamento, puramente di natura informatica. È il sistema informatico che non permette di gestire le cose diversamente. È lui che è ingiusto.

Quali gli altri vantaggi di un impiego come questo? Evidentemente l’incertezza cronica della retribuzione “al minuto” e il tempo non pagato benché a disposizione del datore di lavoro? Non dimentichiamo poi che ti vengono consegnati un divisa e tutti gli strumenti necessari (compreso uno splendido adesivo) dietro trattenuta di una cauzione dal peraltro lauto stipendio che verrà restituita solo quando e se, alla rescissione del rapporto di lavoro, il materiale verrà restituito in perfette condizioni e sanificato (come sanificare un adesivo?). Poi la responsabilità di gestire il denaro contante ricevuto dai clienti.

Come non essere grati poi del cospicuo rimborso spese per l’uso del proprio mezzo di trasporto di ben Fr. 2,20 all’ora (siamo curiosi di sapere quanto al minuto…). Se in questo lasso di tempo si dovessero percorrere 50/60Km, cosa del tutto plausibile, raggiungiamo il rimborso di ben 4 centesimi e mezzo al km, cosa che difficilmente copre le spese di carburante, usura e assicurazione del mezzo.

L’OCST aveva già segnalato disfunzioni in questo settore e i pericoli di quella che viene chiamata gig economy, quando le persone diventano strumenti per rispondere a bisogni dei clienti on demand e a costo quasi zero. Le nuove frontiere della precarietà. In questo modo si creano nel mercato del lavoro nicchie di disperazione occupate da chi non ha alternative e cui non vengono riconosciuti i diritti più basilari.

Invitiamo i collaboratori che ne avessero bisogno a rivolgersi al sindacato OCST.

 

Aggiornamento 18.11.21

In seguito l’OCST ha contattato l’azienda chiedendo di ripristinare il contratto precedente, il quale garantiva un minimo di ore, turni predeterminati, pagamento orario anche per il tempo di attesa. Ecco perché si richiede l’immediato ritorno a queste specifiche che, per lo meno garantivano il rispetto delle norme più basilari del diritto del lavoro e costituivano un’entrata più o meno indicativa al dipendente.
Infine il rappresentante dell’OCST nella Commissione Tripartita chiederà l’introduzione di un contratto normale di lavoro (CNL) per tutto il settore del delivery al fine di porre le basi per una regolamentazione essenziale dell’intero settore su territorio ticinese.