L’assemblea del sindacato OCST-Docenti, svoltasi giovedì 1. dicembre 2022, constata che, davanti alla preoccupante situazione finanziaria dell’IPCT e nonostante le fondate indicazioni contenute nel Messaggio 7784 del Consiglio di Stato per risolverla, il Gran Consiglio in aprile ha irresponsabilmente fatto un’altra scelta, che ha determinato la prosecuzione del peggioramento del grado di copertura finanziaria della cassa.
L’assemblea biasima il mancato rispetto degli accordi voluti dal datore di lavoro ed entrati in vigore nel 2013 con il sistema del primato dei contributi, secondo cui ogni assicurato attivo versa progressivamente un capitale personale che è e resta riservato a lui e che non può e non deve servire a finanziare eventuali ammanchi dovuti ad errori di calcolo del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato sia non riconoscendo una corretta remunerazione degli averi di vecchiaia, sia in altri modi.
Stanno finalmente iniziando le discussioni tra i sindacati e la delegazione del Governo per definire una proposta consolidata da parte del datore di lavoro (Canton Ticino ed altri enti affiliati all’IPCT) che impedisca una riduzione del 20% del valore delle pensioni, dopo che vi è già stata una perdita del 20% nel 2013 (ciò che porterebbe quindi ad una diminuzione inaccettabile del 40% in una ventina d’anni).
Tutti i partiti di Governo sono rappresentati nel Consiglio d’amministrazione dell’IPCT e pertanto sanno che le attuali condizioni previdenziali offerte dall’IPCT sono inferiori a quelle delle altre casse di diritto pubblico in Ticino e anche nel confronto con gli istituti di previdenza degli altri cantoni in Svizzera.
Non ci si nasconda dietro ad un dito: la responsabilità degli attuali problemi finanziari della cassa non può essere attribuita unicamente all’allungamento della speranza di vita o all’imprevedibilità del mercato azionario o obbligazionario: il prezzo degli errori altrui non deve essere sopportato da chi ha già pagato subendo il passaggio da un sistema all’altro.
Pacta sunt servanda! Ognuno paghi il suo! Non ci reputiamo migliori di altri lavoratori, ma neanche peggiori! Non chiediamo privilegi, ma non vogliamo neppure essere discriminati in quanto affiliati all’IPCT o dipendenti pubblici.
Infine, davanti alla forte inflazione che sta colpendo il Ticino e all’ennesimo aumento dei premi delle assicurazioni malattia, occorre proteggere il potere d’acquisto dei cittadini e dei lavoratori riconoscendo integralmente nei salari il caro vita rilevato dalla SECO, senza usare gli stipendi dei dipendenti pubblici come uno strumento di politica finanziaria cantonale.
L’assemblea OCST-Docenti:
- chiede ai rappresentanti sindacali impegnati nella discussione con la delegazione del Governo di definire al più presto una proposta consolidata da parte del datore di lavoro (Canton Ticino ed altri enti affiliati all’IPCT) che impedisca una perdita del 20% del valore delle pensioni;
- sostiene la mobilitazione di piazza del 14 dicembre degli assicurati IPCT organizzata dalla Rete delle Pensioni (RdP) contro il prospettato taglio del 20% delle rendite pensionistiche;
- invita i 5 rappresentanti del datore di lavoro nell’IPCT, di cui 4 sono stati nominati dai 4 partiti di Governo, ad intervenire presso i gruppi parlamentari che li hanno eletti, per convincerli ad accettare un piano di compensazione da parte del Governo e soprattutto da parte del Parlamento. Il Parlamento sia all’altezza della situazione, non si nasconda e sia cosciente di dover essere con il Consiglio di Stato un datore di lavoro corretto e leale, a cui guarda tutto il Cantone, e non un’arena in cui ottenere voti facili con argomenti demagogici contro i suoi stessi dipendenti;
- è favorevole ad un eventuale lancio congiunto deciso dai sindacati OCST, VPOD e SIT di un’iniziativa popolare per finanziare un piano di compensazione in grado di annullare la diminuzione del 20% del tasso di conversione per il calcolo delle rendite e per contrastare il ventilato lancio di un referendum contro le misure di compensazione;
- chiede che il Preventivo 2024 elaborato dal Consiglio di Stato e ratificato dal Gran Consiglio riconosca pienamente il caro vita negli stipendi dei dipendenti.