Una sordità completa deve aver colpito il Consiglio di Stato che negli scorsi giorni ha fatto pervenire a Roberto Caruso la disdetta del rapporto di lavoro.
Questa decisione arriva dopo la sospensione nel mese di giugno, a pochi giorni dalla fine della scuola, che, lo ricordiamo, era stata annullata dal Tribunale cantonale amministrativo poiché il DECS aveva violato sistematicamente il diritto di difesa del docente.
Dopo questa decisione del Tribunale, e senza minimamente alterare la modalità di confronto, Roberto Caruso è stato lasciato in un limbo (reintegrato dal Tribunale, ma mantenuto senza orario da parte del DECS), e gli è stata prospettata una nuova sospensione. Ancor prima di ricevere le osservazioni del diretto interessato sulla preannunciata ulteriore sospensione (violando ancora una volta il suo diritto di essere sentito), il Consiglio di Stato ha emanato la decisione di disdetta del rapporto d’impiego.
Ricordiamo che a Roberto Caruso viene, in sostanza, contestato di avere assunto toni e atteggiamenti irrispettosi nel segnalare ai superiori problemi riportati dalle allieve e dagli allievi del CPT di Mendrisio, ciò che avrebbe rotto il rapporto di fiducia con l’Autorità di nomina. I problemi segnalati toccavano in particolare la gestione della sede ed erano noti da tempo al Dipartimento senza che quest’ultimo vi ponesse concreto rimedio.
Nel corso degli anni Caruso ha costruito un rapporto di fiducia con le allieve e gli allievi che è scaturito, in questo momento di difficoltà, in un diffuso sostegno nei suoi confronti. Purtroppo, le dichiarazioni di solidarietà degli allievi sono state lette dal DECS come tentativi di strumentalizzazione da parte del docente, e non come l’espressione della volontà di persone consapevoli e responsabili.
Quanto accaduto a Roberto Caruso dà un messaggio molto chiaro e preoccupante a coloro che nel settore pubblico desiderano segnalare dei problemi se la questione coinvolge dei dirigenti: il rischio è che chi si fa portavoce del disagio venga screditato e messo da parte, e alla fine subisca le conseguenze più pesanti nonostante quanto previsto dalle “Direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico” e a dispetto delle pubbliche dichiarazioni di disponibilità all’ascolto delle autorità.
Il sindacato OCST non può accettare una simile deriva autoritaria e continuerà a sostenere Roberto Caruso attivamente nel suo percorso di contestazione dell’agire del DECS.