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Modifiche della Legge sugli orari di apertura dei negozi: è referendum!

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News commercio e vendita
20 Ottobre 2022
Visite: 1228

I sindacati OCST e Unia hanno deciso di lanciare il referendum contro la decisione del Gran Consiglio di modificare la legge sulle aperture dei negozi, che permetterà di prolungare gli orari di apertura. Sono state raccolte 7'610 firme valide. Nelle prossime settimane si stabilirà la data del voto.

 

 

 

NO ALLE MODIFICHE DELLA LEGGE SUGLI ORARI DI APERTURA DEI NEGOZI


NO perché il personale ha già subito pesanti peggioramenti

L’introduzione della nuova legge sugli orari di apertura dei negozi (LAN), risalente a due anni fa, ha già aggravato le condizioni lavorative del personale, consentendo aperture generalizzate per 3 domeniche e per tutti giorni festivi non parificati alla domenica, l’ampliamento degli orari di apertura serali fino alle 19:00 e le aperture 7 giorni su 7 dalle 6:00 alle 22:30 nelle zone turistiche, che rappresentano i tre quarti del Cantone. I lavoratori e le lavoratrici del commercio al dettaglio negli ultimi anni sono quindi già stati confrontati con un pesante deterioramento delle condizioni di lavoro: pressione, ritmi di lavoro insostenibili e bassi salari sono ormai la normalità nel settore.


NO perché il personale ha diritto a godere del giusto tempo di riposo e della protezione della propria vita privata e familiare

Le modifiche alla LAN votate dal Gran Consiglio prevedono: un aumento da 3 a 4 domeniche all’anno di apertura; l’apertura fino alle 19:00 nei giorni festivi e nelle domeniche che precedono il Natale; l’apertura 7 giorni su 7 dalle 6:00 alle 22:30 per i negozi fino a 400mq di superficie nelle zone turistiche, che rappresentano la quasi totalità del territorio cantonale. Queste aperture indiscriminate ab-bracciano il chiaro progetto politico di liberalizzazione selvaggia volta a smantellare i diritti e le tutele dei lavoratori. La domenica rappresenta l’unico giorno della settimana in cui i lavoratori e le lavoratrici del settore hanno la possibilità di dedicarsi alla famiglia e alla vita sociale. Gli ulteriori peggioramenti previsti sono un oltraggio nei confronti del personale di vendita, che già non ha la possibilità di godere pienamente del proprio tempo libero.

 

NO perché aggrava il frazionamento della giornata lavorativa e non crea posti di lavoro

L’esperienza data dall’introduzione della LAN ha chiaramente dimostrato come gli ampliamenti degli orari di apertura abbiano ulteriormente precarizzato e indebolito il personale di vendita. Contrariamente a quanto dichiarato dai promotori dell’iniziativa, nessun posto di lavoro è stato creato nel settore, ma al contempo sono aumentati i contratti a tempo parziale e quelli su chiamata senza ore garantite; di conseguenza è aumentato il frazionamento della giornata lavorativa che costringe i lavoratori a turni spezzati e consente ai datori di lavoro di non assumere nuovo personale. Con le modifiche di legge adottate queste dinamiche si aggraverebbero.

 

NO perché il piccolo commercio sarà divorato dai grandi gruppi

Il raddoppio dei limiti delle superfici di vendita autorizzate all’apertura generalizzata 7 giorni su 7 andrà a favorire la grande distribuzione e i grandi gruppi commerciali che spazzeranno via in piccoli commerci, che già oggi faticano a restare aperti e fronteggiare la concorrenza dei giganti. Il grande commercio, che già ha beneficiato enormemente della crisi Covid assicurandosi profitti miliardari, senza per altro ricompensare i lavoratori con dei giusti aumenti salariali, sarà l’unico vincitore di que-sta manovra che va scapito delle maestranze, dei piccoli commerci e dell’intera società.

 

NO perché attraverso la tattica del salame si plasma una società profonda-mente lacerata

La portata distruttiva del tessuto sociale ed economico delle liberalizzazioni degli orari dei commerci è una realtà già sperimentata in altri stati. In Svizzera, nel segno di una società dei consumi che lavora e produce 24 ore su 24 e che favorisce unicamente il grande capitale, si sta attuando la seconda fase di un progetto di liberalizzazione selvaggia realizzato attraverso la tattica del salame, che attacca i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e smantella le loro tutele un pezzo alla volta, cercando di non attirare l’attenzione. Ma non illudiamoci che questo progetto riguardi solo il commercio, perché in realtà è un piano molto più ampio che sta coinvolgendo e coinvolgerà tutti gli altri settori professionali.

Più Barbari che Burberry

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News commercio e vendita
26 Luglio 2021
Visite: 1922

Lo scorso 28 giugno u.s. la Società Burberry ha comunicato ai dipendenti l’apertura della procedura di consultazione a seguito di un possibile licenziamento collettivo.

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Sostegno e solidarietà al personale di Manor

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News commercio e vendita
10 Settembre 2020
Visite: 4180
Questa mattina il sindacato OCST ha svolto un’azione di volantinaggio presso tutti i centri Manor del Canton Ticino (Ascona, Bellinzona, Balerna, Locarno, Biasca, Sant’Antonino, Vezia, Lugano). Ai dipendenti avvicinati (circa 300) è stato consegnato un volantino.
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Manor: management meschino

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News commercio e vendita
27 Agosto 2020
Visite: 4673
Dieci giorni fa la direzione basilese di Manor comunicava a tutte le collaboratrici e i collaboratori l’intenzione di eliminare (cit.) 476 collaboratori sul piano nazionale.
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Vendita: ma è normale?

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News commercio e vendita
17 Marzo 2020
Visite: 4536

La pubblicità apparsa questa mattina sui quotidiani ticinesi relativa all’apertura dei negozi nella giornata di giovedì 19 marzo 2020 (festività di San Giuseppe) lascia senza parole.

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Contratto vendita: un deciso passo avanti!

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News commercio e vendita
20 Marzo 2019
Visite: 8427

La SECO, alla fine, ha dato via libera alla pubblicazione sul Foglio ufficiale del decreto di obbligatorietà generale per il Contratto collettivo di lavoro (CCL) nel ramo della vendita.

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Stazioni di servizio: ancora nessun minimo salariale in Ticino

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News commercio e vendita
07 Novembre 2018
Visite: 8302
Nel corso delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro per i negozi delle stazioni di servizio, i sindacati si sono scontrati con il rifiuto dell’associazione padronale AGSS di aumentare di 100 franchi mensili i salari minimi.
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Trattative salariali Coop: c'è rammarico

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News commercio e vendita
29 Ottobre 2018
Visite: 8456
I partner sociali della Coop si rammaricano del risultato delle trattative salariali 2019 e dell’adeguamento salariale troppo basso alla Coop.
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