Dieci giorni fa la direzione basilese di Manor comunicava a tutte le collaboratrici e i collaboratori l’intenzione di eliminare (cit.) 476 collaboratori sul piano nazionale.
Il motivo dichiarato è quello di “riorientare l’attività sull’e-commerce, aumentando sensibilmente la propria base clienti online e ampliando le capacità di gestione degli ordini online”. Di per sé urticante approfittare di questa comunicazione per contemporaneamente chiedere ai dipendenti di aumentare la settimana lavorativa da 41 a 42 ore, senza adeguamento salariale. Certo, si può far di tutto, ma questo puzza di ricatto.
Oltre al totale dei tagli annunciati in questa comunicazione, di dettagli non ne sono trapelati. In particolare non è dato sapere quante persone saranno coinvolte in Ticino.
Sappiamo tuttavia che, nel periodo settembre 2019 - marzo 2020, 32 persone avevano già perso il lavoro nelle otto sedi ticinesi (Ascona, Balerna, Bellinzona, Biasca, Locarno, Lugano, Sant’Antonino e Vezia). Licenziamenti operati con metodo chirurgico, per non svegliare il cane che dorme e non dover applicare le misure di legge per il licenziamento collettivo.
In questi giorni i manager d’assalto di Manor Ticino sono in tour in alcune sedi per illuminare il personale entrando, si fa per dire, nei dettagli del come sarà raggiunto a livello locale, l’obiettivo finanziario/occupazionale deciso dalla direzione nazionale. Proprio ieri a Sant’Antonino il direttore di sede ha ricevuto il compito di radunare tutto il personale per preannunciare loro il licenziamento di 13 collaboratori su 72. A tempo pieno? A tempo parziale? In che modo? Semplice, “decurtatevi il grado di occupazione corrispondente ed in questo modo forse eviteremo i 13 licenziamenti”. Per poi precisare però, mimando l’applicazione dei disposti di legge sul licenziamento collettivo: “care lavoratrici e cari lavoratori, se non ce la fate, ci pensiamo noi!”.
Ai dipendenti non è dato sapere oltre. Per il management meschino di Manor sono solo un costo da tagliare e giocando sul timore di perdere il posto di lavoro, delegano ai collaboratori la responsabilità di ogni posto di lavoro perso. Con il rischio di ulteriormente penalizzare il personale femminile già molto colpito a causa della crisi dovuta al Coronavirus.
La dignità delle lavoratrici e dei lavoratori rimane un valore da rispettare, anche in casa Manor!
Paolo Locatelli