Mercoledì 15 aprile, il vicesgretario cantonale Gianni Guidicelli ha indirizzato una lettera al lodevole Consiglio di Stato. Di seguito il testo integrale:

L’emergenza sanitaria innescata dall’ormai famigerato coronavirus ha chiesto al personale impegnato presso le case per anziani e, in generale in tutto il settore socio sanitario, uno sforzo ed un impegno che tutti i dipendenti hanno assunto con abnegazione e spirito di sacrificio. Un impegno a sostegno della fascia di popolazione più a rischio che è stato riconosciuto ed elogiato da tutta la cittadinanza.

A ognuno di questi collaboratori va il nostro ringraziamento per l’esemplare disponibilità, per lo spirito di sacrificio e per l’enorme lavoro che hanno svolto, che svolgono e che continueranno a svolgere. Riteniamo tuttavia che il riconoscimento per il loro importante contributo non si possa limitare alle parole ma debba avere anche esiti concreti.

Il nostro lavoro e i contatti diretti ci hanno permesso di constatare come l’intensa attività svolta in questo periodo dal personale di cura presso gli istituti per anziani ha sottratto parecchio tempo alle loro famiglie. Sacrifici che ora meritano riconoscimenti concreti.

Non dovrebbe essere necessario ricordare che il COVID-19 proprio nelle case anziani del nostro cantone ha causato parecchie preoccupazioni e purtroppo anche dei decessi. Non sono pochi gli anziani che hanno contratto il virus e che vivono in queste strutture e i collaboratori che sono a stretto contatto con loro hanno un elevato rischio, a volte purtroppo concretizzatosi, di essere contagiati. Proprio a tutela degli ospiti i dipendenti sono stati costretti, regolarmente e ad ogni minimo sintomo, a ricorrere all’esame del tampone così da poter scongiurare un eventuale infezione.

Situazione chiaramente precaria che ha causato malattie anche tra il personale con ulteriore carico di lavoro per chi è chiamato a sostituire. Vere e proprie maratone lavorative, sia a livello di turni sia di ore prestate: fino a 12 ore giornaliere al fronte e con il rischio d’infezione, spesso senza poter beneficiare delle usuali pause. In aggiunta numerosi collaboratori ci hanno segnalato di aver dovuto sopportare personalmente le spese del tampone effettuato per avere conferma di non essere infetti.

Rileviamo per contro con piacere che recentemente l’Ufficio anziani ha comunicato alle case per anziani che sarà riconosciuto nel mandato di prestazione il finanziamento dei costi dei pasti forniti ai collaboratori che prestano turni di 12 ore.

A tutela della salute degli anziani e dei collaboratori, rimane prioritaria la necessità di una continua e costante applicazione delle misure di verifica della diffusione del virus, tramite tampone e test sierologici.

Le case per anziani hanno inoltre dovuto far fronte ad ulteriori spese non preventivate per l’acquisito di tutto il materiale di protezione previsto dalle disposizioni del medico cantonale.

Analogo discorso vale per i servizi di assistenza e cura a domicilio, siano essi di interesse pubblico o commerciali, che pure operano a stretto contatto con una fascia sensibile della nostra popolazione che sta vivendo a domicilio una sorta di clausura. In questa situazione, spesso l’unico contatto con persone esterne avviene tramite gli operatori dei SACD, che in questo momento devono assumere anche funzioni di supporto psicologico verso gli utenti, con tutte le cautele e le preoccupazioni date dalla situazione.

Alla luce di quanto indicato ci permettiamo chiedere a questo Lodevole Consiglio di Stato che, nell’ambito dei contratti di prestazioni stipulati con le case per anziani e i servizi di assistenza e cura a domicilio, vengano considerati i seguenti costi straordinari:

  1. Il costo dei tamponi effettuati al personale;

  2. La copertura della eventuale differenza della perdita di salario tra quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro o dai contratti individuali e il 100% del salario perso per il personale colpito da COVID-19 sul posto di lavoro;

  3. Tutti i costi supplementari derivanti dall’emergenza COVID-19 (materiale di protezione, prestazioni straordinarie al personale, gratifiche straordinarie per carico di lavoro, eccetera);

  4. L’eventuale onere a carico del personale delle strutture citate per la custodia dei figli dato dalla necessità di non potersi assentare dal posto di lavoro. Richiesta questa già formulata tramite una mozione del 24.3.2020 da parte dei deputati Isabella, Jelmini e Fonio.

 

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