Nuovo piano settimanale delle lezioni del liceo

Il Forum delle associazioni e organizzazioni degli insegnanti e della scuola ha preso posizione sul nuovo Piano settimanale delle lezioni del liceo. Pubblichiamo il testo  della lettera inviata il 14 giugno.

Nel corso del mese di maggio, ai Collegi dei licei cantonali è stato presentato un documento dal titolo “Nuovo piano settimanale delle lezioni del liceo”. Vi si illustra un progetto di nuova griglia oraria che si prefigge, quale scopo primario, di recepire i dettami della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) in merito all’introduzione di 3-4 ore settimanali di informatica a beneficio di tutti gli allievi liceali.

Il Gruppo di lavoro, autore del progetto, approfitta dell’occasione anche per dare seguito ad alcune raccomandazioni della CDPE (competenze di base nella lingua prima e in matematica) e del Parlamento cantonale (mozione “Creazione di un indirizzo umanistico nei licei”) e per tentare di risolvere alcuni problemi emersi nel corso degli anni in relazione alla collocazione in griglia delle differenti materie liceali.

A prima vista l’iniziativa potrebbe apparire come un’operazione di carattere puramente (ri)organizzativo, ma in realtà la modifica della griglia delle materie, così come dichiarato nel documento stesso, implica una profonda revisione dei Piani di studio e veicola inevitabilmente una nuova visione complessiva del percorso liceale.

Si tratta dunque di una vera e propria riforma degli studi liceali, per certi versi comparabile a quella che alla metà degli anni ’90 ha dato vita all’attuale modello. Tuttavia, a differenza di quanto avvenne allora, questa riforma non dichiara esplicitamente l’intenzione di un nuovo paradigma di riferimento e ciò significa che essa dovrebbe garantire continuità ai principi fissati dalla Riforma del ’95.

Di fatto non è così. L’attuale offerta di un ampio “tronco comune” (la griglia delle materie del primo anno oggi è in larga parte comune a tutti gli allievi) è sacrificata. L’obiettivo di consentire agli studenti delle scelte curricolari dettate dai loro interessi culturali, maturati in particolare durante il primo anno di liceo, senza che queste pregiudichino in alcun modo le loro opportunità di successo sul piano accademico è disatteso.

L’impostazione che emerge dal documento posto in consultazione non prevede più, infatti, di rimandare le scelte curricolari al secondo e al terzo anno e, anzi, le anticipa addirittura alla quarta media, poiché la differenziazione tra curricoli scientifici e non scientifici avviene fin dall’iscrizione al primo anno di liceo.

Val la pena osservare, a questo proposito, che poiché il progetto prevede che la nuova griglia entri in vigore già a partire dal settembre 2020 e che nel corso del prossimo anno scolastico vengano riscritti i Piani di studio, gli allievi di quarta media il prossimo anno si ritroverebbero a compiere delle scelte fondamentali per il loro futuro senza nemmeno poter confrontare i programmi dei differenti curricoli.

Infine, l’inserimento in griglia dell’informatica, il potenziamento della matematica e alcune altre modifiche sostanziali determinano un aumento dell’onere a carico degli studenti (ben 35 ore settimanali in terza e quarta liceo!), che già oggi manifestano insofferenza e disagio proprio per questa ragione. La Riforma del ’95, al contrario, prevedeva delle strategie per poter ridurre il carico pur consentendo di non incorrere in una penalizzazione sul piano dei contenuti.

In conclusione, pur apprezzando l’intento dell’Autorità di ovviare ad alcune criticità che nel corso degli anni si sono manifestate sul piano della concretizzazione della Riforma del ’95, suscitano sconcerto le modalità e soprattutto la tempistica con le quali si prevede di consultare i docenti e di implementare la nuova griglia: un mese di consultazione a cavallo della chiusura dell’anno scolastico, dei consigli di classe e degli esami di maturità, un anno per riscrivere i Piani di studio e l’entrata in vigore a partire dal 2020 senza alcuna sperimentazione.

Per le ragioni esposte e per poter, al contempo, evitare di perdere l’occasione per ripensare e rilanciare il percorso liceale dopo 20 anni dall’avvio dell’attuale modello, è necessario prevedere una tempistica congrua, che consenta di verificare con metodo quali dei principi fondanti della Riforma del ’95 siano da ritenere ancora validi e quali possano essere considerati obsoleti o superati, di poter raccogliere tutti i suggerimenti che i docenti, in vent’anni di pratica dell’attuale griglia, possono fornire, di poter prevedere un periodo di sperimentazione e di verifica della nuova griglia.

In estrema sintesi

Considerato

che la messa in atto del progetto implica una vera e propria riforma degli studi liceali,

che vengono intaccati o superati alcuni fondamenti della precedente riforma in assenza di un adeguato corredo argomentativo,

che il corpo docente non è stato consultato prima dell’elaborazione del nuovo assetto, così da poter valorizzare il capitale di esperienze e sperimentazioni accumulato in vent’anni di pratica dell’attuale modello,

che sono stati chiamati a rispondere alla consultazione solo i gruppi di materia anziché tutti i soggetti che si occupano di scuola e che la scuola la vivono in prima persona (sindacati, associazioni docenti e non docenti, rappresentanze studentesche, ecc.),

che le criticità generate dal progetto in consultazione, anche solo da una prima analisi preliminare, risultano essere numerose e serie,

che non è stata fornita una base documentale adeguata (in primis, i risultati dello studio sui vent’anni della Riforma, avviato circa tre anni fa a cura del DFA),

che al corpo docente non viene concesso un termine congruo per poter condurre un’analisi approfondita e per potersi riunire e confrontare,

che i dettami della CDPE (inizio dell’insegnamento dell’informatica a partire dall’anno scolastico 2022/2023) possono essere rispettati anche mantenendo transitoriamente l’attuale griglia,

il Forum delle associazioni e organizzazioni degli insegnanti e della scuola chiede che la consultazione venga estesa anche alle associazioni e organizzazioni non docenti, che sia previsto un tempo ragionevole per l’analisi, la riflessione, il confronto (in ogni caso non meno di un anno) e che al contempo venga fornita un’adeguata base documentale su cui fondare le proprie analisi.