All’inizio del 2020 la nostra lista degli obiettivi e degli impegni era ricca. L’arrivo destabilizzante della pandemia ha lasciato un attimo di smarrimento. Mi ricordo una telefonata: «Ma allora annulliamo tutto? No, una soluzione la troviamo». Sembra passato un secolo ed allora ci si è aperto un mondo: quello delle riunioni online. 
Vedersi di persona è un’altra cosa, ma non vedersi affatto è peggio. Per noi la relazione con le associate e gli associati è fondamentale. Abbiamo quindi deciso, con la preziosa collaborazione di Beatrice Engeler, di organizzare online gli Stati Generali delle Donne, e in questo ci pregiamo di dire che siamo state pioniere nel sindacato OCST. È stato un successo.
Non è stato un incontro virtuale! Certo ci si vedeva tramite uno schermo, è vero, ma ci siamo fatte compagnia, quella più bella, dove si ha la consapevolezza di costruire qualcosa. Un’occasione di confronto su temi importanti con relatrici esperte che ha prodotto un documento di rivendicazioni che è un punto di partenza per i prossimi anni (visibile sul nostro sito).
L’idea di base degli Stati Generali delle Donne è che le donne devono essere chiamate in causa in tutti gli ambiti di discussione. Non siamo solo in grado di dire la nostra su temi come la conciliabilità lavoro famiglia, nella quale è vero, abbiamo una bella esperienza diretta. Noi donne abbiamo le competenze e le esperienze per intervenire su tutti i temi e farlo con uno sguardo diverso, che in questo momento è essenziale per riorientare la società e l’economia.
 
Respect8-3.ch 
Queste competenze rendono ancora più incomprensibile la disparità salariale, impegno che OCST donna-lavoro considera prioritario. Per questo abbiamo aderito al progetto Respect8-3.ch con l’obiettivo di rendere più efficace una debole riforma della Legge sulla parità dei sessi, introducendo una lista bianca per le aziende che misurano e praticano la parità e una nera per quelle che si rifiutano di applicare questo principio. OCST invita le aziende ad utiizzare lo strumento gratuito Logib che consente di verificare l’applicazione del principio della parità salariale. Il sindacato può offrire l’analisi e la certficazione dei risultati. 
 
Pandemia che ha colpito soprattutto le donne
Il 2020 è stato un anno particolarmente impegnativo per noi donne sotto diversi aspetti, il lavoro, la famiglia, specialmente con il lockdown, durante il quale si è dovuto far fronte contemporaneamente a più esigenze nello stesso spazio, con poche risorse e poco supporto dall’esterno.
Vi sono inoltre categorie che sono state molto penalizzate e che non hanno potuto beneficiare del lavoro ridotto, penso alle persone che si occupano dell’economia domestica, per esempio.
I dati pubblicati in aprile dall’Ufficio statistica hanno solo confermato la preoccupazione che era purtroppo già percepita da chi come noi si batte ed ha a cuore le questioni femminili, segnalando un aumento imrpessionanete della disoccupazione femminile che non corrisponde a un aumento analogo per gli uomini. In tempi non sospetti FaftPlus, della quale OCST donna-lavoro fa parte, ha lanciato un appello al Consiglio di Stato per correggere l’esclusione delle donne dai consessi nei quali sono state prese le decisioni.
Tanto impegno dunque per costruire una collaborazione paritaria tra uomo e donna, un confronto costruttivo che non lasci ai margini nessuno. Un bel riassunto dell’impegno che ci aspetta ci giunge dai giovani firmatari a novembre ad Assisi di un patto per una nuova economia. Recita l’undicesima rivendicazione: «Le organizzazioni economiche e le istituzioni civili non si diano pace finché le lavoratrici non abbiano le stesse opportunità dei lavoratori perché imprese e luoghi di lavoro senza un’adeguata presenza di talenti femminili non sono luoghi pienamente e autenticamente umani e felici».
OCST donna-lavoro continuerà con forza a battersi per lasciare alle nuove generazioni una società paritaria e quindi migliore.
 
Davina Fitas