Fin da subito l’OCST ha individuato lo strumento del lavoro ridotto come essenziale nella crisi del coronavirus per limitare al massimo il numero di licenziamenti: le aziende infatti ricevono il rimborso delle ore di lavoro che non è stato possibile effettuare.
In questi ultimi due mesi però le esigenze sono esplose. L’applicazione di questa misura è stata infatti facilitata per sostenere le aziende: sono stati eliminati i due giorni di carenza, accordato il diritto dal giorno di deposito della domanda, ridotta la documentazione necessaria, prolungato il diritto fino a sei mesi, ampliato il numero di aziende e lavoratori aventi diritto.
Nel nostro cantone hanno fatto domanda 15’000 aziende e 105’000 lavoratrici e lavoratori di tutti i settori professionali. Alla nostra Cassa disoccupazione si sono rivolte attualmente 7’400 aziende, quasi la metà del totale, dapprima per una richiesta di supporto nella compilazione della domanda, ed ora per l’allestimento dei conteggi e il relativo versamento. Nella seconda metà del mese di marzo abbiamo versato circa 50 milioni di franchi. Entro la fine del mese corrente prevediamo di versare fino a 130 milioni di franchi relativi al mese di aprile, dato che ad oggi ne sono già stati versati 80. Questi versamenti coprono circa 2 milioni di ore di lavoro perse nel mese di marzo. Nel mese di aprile sono state per ora coperte 3 milioni di ore. Si è trattato di un lavoro immenso per il quale non posso che ringraziare di cuore le colleghe e i colleghi dipendenti della Cassa disoccupazione OCST che si sono prodigati lavorando molto intensamente. Ringrazio anche i colleghi che il sindacato ha messo a disposizione per offrire un sostegno immediato. Questo sforzo ha consentito di inviare alle aziende il denaro necessario per coprire il pagamento del salario di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Una responsabilità importante e un servizio essenziale che siamo orgogliosi di avere offerto alla comunità in questo difficile momento.
Preoccupa tuttavia che, nonostante l’allentamento delle misure di isolamento sociale, molte aziende non aprano o lo facciano solo parzialmente.
Il tasso di disoccupazione sta aumentando e si prevede un inasprimento nei prossimi mesi. Siamo preoccupati per le sorti di alcune categorie di lavoratori, specialmente per gli stagionali che hanno perso il lavoro. Queste persone, prive del periodo di contribuzione relativo alla stagione estiva, in autunno potrebbero non aver più diritto alla disoccupazione, non potendo contare su un’attività lavorativa di 12 mesi negli ultimi due anni.
 
Luca Camponovo, Resp. cantonale Cassa disoccupazione OCST