Nella seduta di Consiglio comunale di lunedì 13 maggio Davina Fitas, sindacalista OCST presso la sede di Mendrisio, è stata eletta prima cittadina di Mendrisio. Vi proponiamo un estratto del suo discorso tenuto in CC.
Sono onorata e felice di assumere la Presidenza del legislativo comunale. Come sapete, il tema delle donne mi sta molto a cuore e mi rallegro quindi di rivedere, dopo tanti anni, una municipale nel nostro esecutivo.
Mi piace sottolineare, con orgoglio, come il nostro Municipio stia prestando attenzione alla questione di genere: grazie ad una mozione interpartitica sull’introduzione del bilancio di genere, la città di Mendrisio è il primo polo del cantone ad attivarsi per garantire al suo interno migliori condizioni di parità tra donne e uomini.
I diritti, la dignità e la tutela dei lavoratori e delle lavoratici sono alla base del mio impegno professionale come sindacalista, impegno che in questi tempi di esasperato individualismo e di forti tensioni sul mercato del lavoro è messo molto sotto pressione. Credo però che proprio nelle difficoltà sia fondamentale tener fede a quei principi e a quei valori che riteniamo irrinunciabili per noi stessi. Ogni giorno nel mio lavoro constato che solo grazie al rispetto, al dialogo e alla collaborazione si possono raggiungere quegli obiettivi che possono migliorare la vita delle persone. È così anche in politica se penso alle occasioni che la nostra città ha saputo cogliere.
Nata e cresciuta a Mendrisio, ma con origini portoghesi, sono entrata in consiglio comunale nel maggio del 2008, dunque più dieci anni fa. Un connubio, quello tra le miei origini e il mio luogo di nascita, che sicuramente mi ha portato a sviluppare una particolare sensibilità verso le minoranze e mi ha portato a riflettere sul tema dell’identità. Identità che, contrariamente a quello che si pensa, non è un monolite immutabile, ma è fatta da molteplici elementi e cambia nel tempo. È la grande lezione che ci impartisce ogni giorno la Confederazione elvetica, un modello esemplare per la sua grande capacità di integrare e far dialogare in modo proficuo le differenze culturali, religiose, politiche e linguistiche delle diverse regioni del paese. Sono grata alla Svizzera per questo cantiere infinito che ci obbliga ad andare al di là di pregiudizi e luoghi comuni, che ci ricorda ogni giorno la ricchezza della diversità, ma anche che la politica è di tutti, al di là del proprio passato e delle proprie origini.
Su questi banchi il mio auspicio è quello di poter contare su una collaborazione leale, sincera e proficua tra tutte le forze in campo; credo fortemente che in politica e nella società in generale lavorare assieme sia fondamentale, donne e uomini, assieme, possono solo ottenere risultati migliori.