Il Ticino di fine ‘800 vede molti uomini emigrare all’estero oppure oltralpe in cerca di lavoro. Sono soprattutto donne e giovani a lavorare i campi e molti di essi entrano progressivamente nelle fabbriche di seta per arrotondare il magro bilancio familiare. La situazione cambia con l’apertura della linea ferroviaria del Gottardo (1882), che porta un aumento delle fabbriche presenti sul territorio e al ritorno graduale dei migranti.
La manodopera femminile è maggiormente rappresentata nei settori alimentare (tabacchi e cioccolato), dell’abbigliamento e orologiero, ma l’operaia media non è qualificata e quindi mal retribuita a confronto con un salario maschile. Si vede infatti il suo impiego come una breve parentesi tra l’aiutare la famiglia ed il fondarne una nuova. Al lavoro in fabbrica si aggiungono spesso anche quello di contadina, casalinga e madre.