«Ciao, come stai?», «Scusa, ma non ho tempo, sto andando al lavoro, ci sentiamo, ok?» «Sì, sì, ci sentiamo». Non è capitato anche a te di trovarti in situazioni simili? Noi ti sei imbattuto anche tu con chi ti ha detto: «Le giornate dovrebbero essere di 25-30 ore, non riesco ad arrivare più da nessuna parte».

E così, il ritornello è sempre lo stesso. Siamo nella società accelerata, sempre più veloce. Non riusciamo a fermarci, ad avere il tempo per noi stessi, per la nostra famiglia, per i nostri cari, tantomeno per Dio. Eppure credo che sia possibile entrare in un’altra dimensione, ritagliarsi il tempo per avere tempo. Basta poco. 
In questo momento tu, che stai leggendo questo articolo, prova a fare questo piccolo esperimento. Smetti per un attimo di leggere e ascolta il tuo respiro. Ripeti interiormente: «Io sono qui. Mi prendo il tempo per me stesso. Leggo questo articolo con calma». Ora che hai rallentato un po’ il tuo ritmo e sei tranquillo, cerca di aprire la mente e il cuore a Dio, che viene ad abitare in mezzo a noi. Egli desidera semplicemente che gli dedichiamo una briciola del nostro tempo. Gli basta poco per trasformare la nostra vita di ansia, di stress, in una vita di pace, di gioia, di serenità. Gesù è l’Emmanuele, il Dio con noi, che viene a liberarci dai nostri affanni, per darci fiducia e speranza, per aiutarci a superare ogni dubbio, fatica e incertezza. Il Signore ci dona il suo slancio vitale, la sua energia divina, che ci mette le ali ai piedi. Scrive il profeta Isaia: «Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi». Gesù viene nel mondo per condividere le nostre sofferenze, per portare i nostri pesi e donarci la vita piena, la vita in abbondanza. Ma c’è oggi ancora qualcuno che lo attende? Abbiamo la consapevolezza che Gesù è colui che costantemente viene a salvarci, a ri-crearci? 
Tu, cosa attendi? C’è chi aspetta la sera per rientrare a casa e riposarsi; chi aspetta l’indomani perché la notte non riesce a dormire; chi aspetta di andare in pensione perché non ce la fa più col lavoro. C’è qualcun altro invece che aspetta di trovare un lavoro; c’è chi aspetta di arrivare a fine mese e riuscire a pagare tutte le bollette; c’è chi aspetta che i bambini diventino grandi, così avrà un po’ più di tempo per sé. C’è chi aspetta di andare in vacanza e spera di riposare; c’è chi aspetta un amico o un parente lontano per passare qualche momento insieme. 
Fra tutte queste attese della vita, la Chiesa, ogni anno, ci propone di prepararci al Natale avendo un cuore capace di attendere, come il cuore di una mamma che attende con gioia il figlio che porta nel suo grembo, come il cuore di Maria. L’attesa riaccenderà il nostro desiderio di Lui, del bambino Gesù.
Signore abbiamo bisogno di attendere Te che sei il nostro salvatore, il nostro liberatore. Solo Tu puoi liberarci dai pesi e dagli affanni della vita. Solo Tu puoi rallentare il nostro ritmo frenetico e renderci attenti ai «bisognosi della porta accanto», a coloro che vivono a pochi metri di distanza da noi, che a volte nemmeno conosciamo e aspettano un sorriso.
O Signore fa che questo Natale non sia per noi motivo di frenesia. Liberaci dallo stress, liberaci dalla superficialità di una gioia effimera, liberaci dall’indifferenza nei confronti di chi è solo.
Tu vieni a portare la luce vera nel mondo. Che la tua luce illumini le nostre menti, riscaldi i nostri cuori, orienti il nostro cammino verso di te. Tu scendi dal cielo e ti fai uno di noi per condividere la nostra natura umana. Ti fai prossimo a ogni uomo per aprirgli l’orizzonte della vita che non ha fine. Anche noi vorremo farci prossimi a Te, giungere al tuo cospetto come i pastori. Desideriamo prenderci il tempo per adorarti, nella sublime povertà della tua mangiatoia.
La notte di Natale, il Papa aprirà la Porta Santa per inaugurare il Giubileo. Che sia per ciascuno di noi, davvero, un Anno Santo: un tempo in cui godere del costante dono della sua infinita grazia, un tempo per «tornare a prenderci il tempo» per vivere con sapienza e gustare attimi di eternità. Buon Natale.

Don Marco Dania