Care associate, cari associati,
con piacere scrivo queste righe che vogliono essere un ringraziamento a voi per il vivo sostegno e un bilancio dell’attività di quest’anno.

La prima parte del 2021 che ha portato al nostro Congresso il Primo Maggio, è stata costellata dalle assemblee di preparazione che ci hanno permesso di redigere un documento congressuale davvero programmatico, perché scritto tenendo conto delle idee e delle preoccupazioni di chi ha partecipato a quegli incontri o in vario modo, ci ha fatto pervenire osservazioni e commenti. Il titolo delle assemblee era emblematico e apparentemente minaccioso: «O partecipate o la storia vi passerà sopra». L’immagine del volantino che rappresentava un rullo compressore, rafforzava di certo l’idea. Si trattava di un messaggio diretto di Papa Francesco, come solo lui sa fare. Uno di quei messaggi che senza troppi se e ma, ti sbatte in faccia la realtà. Perché è proprio così: l’unico modo per cambiare il mondo è partecipare. Dire la propria non da osservatori esterni. No! Vogliamo sentire la voce di chi è impegnato tutti i giorni nella realtà del lavoro. E questa voce vogliamo amplificarla. È poi questo, in fondo, il senso dell’opera del sindacato.
La vostra voce non si deve spegnere nemmeno nella vita quotidiana di lavoro. Oggi vorrei celebrare due donne che hanno illuminato con il loro coraggio il 2021. La prima, in occasione dell’imminente chiusura dell’attività, ha criticato pubblicamente i metodi e il piano sociale proposta dall’azienda. La seconda che si è rifiutata di firmare un falso contratto collettivo allestito ad arte per aggirare l’introduzione del salario minimo. Chissà quanto sarebbe cambiato se queste donne fossero state affiancate dalle colleghe e i colleghi di lavoro insieme, decisi a vincere la paura e a far sentire la propria voce.
La vostra voce vogliamo sentirla sempre di più e grande piacere mi ha fatto quest’anno vedere, per esempio, la partecipazione numerosissima alle assemblee e alla consultazione per l’approvazione del contratto dell’Ente ospedaliero cantonale. Si è creata discussione, talvolta dissenso, ma il risultato ha convinto moltissimi lavoratrici e lavoratori degli ospedali ticinesi.
C’è ancora margine di miglioramento? Certamente sì, ma è nel lavoro insieme che decideremo i prossimi passi da compiere.
La direzione è questa, che si continui per questa via è ciò che mi auguro per il prossimo anno. Sarà un anno facile il 2022? Probabilmente no. Ma non è questo il momento di parlarne, questo è il momento di ricaricare le energie, del corpo e del cuore, è il momento del riposo e della festa.
Un grande grazie a chi rinuncia a parte di questi momenti per garantire a tutti di poter essere curati, mangiare e fare acquisti.

Renato Ricciardi