Era l’estate del 2003 quando, forse per la prima volta in Ticino, ci eravamo ritrovati tutti a boccheggiare e lamentarci del caldo torrido accompagnato da percentuali di umidità eccezionali. Tutti, dagli anziani ai bambini, dalle persone con patologie importanti agli sportivi, dai lavoratori che all’interno del proprio posto di lavoro potevano trovare parziale ristoro grazie agli impianti di climatizzazione, ai lavoratori che all’aperto producevano sforzi fisici rilevanti.
Proprio a quest’ultima fascia di persone, il sindacato ha dedicato una particolare attenzione in questi 20 anni per trovare delle soluzioni a favore della protezione della loro salute: dapprima tematizzando la questione a ogni tavolo di trattative contrattuale, sensibilizzando lavoratori e datori di lavoro sul pericolo intrinseco alla salute, inserendo nei CCL dispositivi di protezione (il primo nel settore delle pavimentazioni stradali dove ci si è accordati per lo stop dei lavori in caso di allerta canicola alle ore 13.00 con anticipo dell’inizio delle attività alle 06.00), migliorando il flusso delle informazioni a tutti i livelli (comportamenti: bere molto, vestirsi in modo adeguato, intercalare periodi di lavoro e pause all’interno di un’ora di attività) e creando una rete di lavoro con il Gruppo operativo salute e ambiente del Cantone (GOSA), con MeteoSuisse (Locarno Monti) e con tutti i Municipi del cantone per facilitare la possibilità di iniziare prima i lavori malgrado l’esistenza di regolamenti comunali rigidi in materia di disturbo della quiete pubblica.
Nel frattempo però la situazione climatica si è evoluta in peggio: se all’inizio si parlava di periodi di canicola occasionali e di breve durata (due - tre giorni, non di più) da alcuni anni i periodi di allerta canicola si protraggono per più giorni se non addirittura per settimane intere e la concatenazione di queste condizioni meteo è sempre più frequente. Si pensi solo a quanto è successo l’anno scorso: un totale di 45 giorni lavorativi con allerta canicola 3 e 4 (pericolo marcato rispettivamente pericolo elevato) di cui un prolungato periodo durato più di un mese.
Non bastasse la canicola, ecco ad aggiungersi alcuni altri elementi che «giocano contro» la salute dei lavoratori attivi all’aperto: in particolare, l’alta concentrazione di smog nell’aria e l’afa notturna, o notte tropicale che dir si voglia, laddove il corpo non riesce a recuperare le forze a causa delle temperature notturne che superano abbondantemente i 20 gradi.
La canicola, piaccia o meno, è un fenomeno meteo che ci accompagnerà sempre di più nei prossimi anni. Un fenomeno al quale non dobbiamo assolutamente abituarci ma piuttosto essere reattivi, propositivi e conseguenti nell’attività sindacale: la salute dei lavoratori è una priorità, niente di più e niente di meno!
Scarica e leggi l’opuscolo informativo «Riscaldamento climatico sul posto di lavoro - Guida pratica con misure di prevenzione e adattamento e raccomandanzioni» redatto da Travail.Suisse in collaborazione con OCST: https://www.ocst.ch/riscaldamento-climatico-sul-luogo-di-lavoro
Paolo Locatelli