Mercoledì 16 ottobre siamo scesi in piazza a Bellinzona, non solo per protestare, ma anche per difendere ciò che ci appartiene: il nostro servizio pubblico! Il governo, ancora una volta, pensa più ai numeri che alle persone e ha deciso di tagliare senza una vera prospettiva per il futuro! Ma noi diciamo basta!

I tagli colpiscono i settori più vitali per la nostra comunità. Stanno raschiando il fondo del barile, stanno prendendo dalle riserve di chi si prende cura dei nostri anziani, dei nostri malati, delle nostre bambine e dei nostri bambini. Stanno rubando il futuro del nostro Cantone!
Non è abbastanza chiaro che tagliare i fondi ai servizi sociosanitari e socioeducativi peggiora non solo le condizioni di lavoro del personale, ma soprattutto la qualità dell’assistenza che riceviamo? Come possiamo accettare che chi si occupa dei nostri figli, dei nostri anziani, delle persone più fragili, venga lasciato solo, senza risorse e senza sostegno?
Vi racconto un fatto concreto: ci sono istituti dove i ragazzi disabili devono pagarsi persino le torte di compleanno! Questo è il risultato di una politica che calcola ogni centesimo, ma ignora il valore umano. Sono i soldi al servizio delle persone e non il contrario!
E con la scuola? Tagli su tagli, come misura equivalente alla mancata sostituzione del 20% dei partenti nei settori non regolati con le PPA (Piano dei posti autorizzati), si taglia sui crediti agli istituti scolastici per attività didattiche e culturali. Vogliono risparmiare persino sul diritto all’educazione dei nostri figli. Dobbiamo ricordare loro che la scuola è il futuro, e che il Ticino spende nella formazione già meno della media svizzera! Ma questo non basta, vogliono toglierci ancora di più.
Anche la polizia e l’amministrazione cantonale sono sotto attacco. Vediamo una riduzione del personale giovane nella polizia a causa della riduzione nel 2025 e la cancellazione nel 2026 della scuola di polizia. Che messaggio diamo ai nostri giovani? Quale sicurezza possiamo garantire alla nostra comunità? Non vogliamo una polizia sovradimensionata di ufficiali, ma un corpo che protegga realmente la cittadinanza, formato con responsabilità e continuità.
E nell’amministrazione cantonale? Anche qui si fanno tagli indiscriminati, lasciando posti vacanti senza sostituirli. Si riduce il personale che ogni giorno fa funzionare l’apparato del nostro Cantone per il bene di tutti. Ma come si può pretendere efficienza se si tolgono le risorse? Non stiamo parlando solo di posti di lavoro, stiamo parlando di servizi essenziali per la popolazione. Tagliare l’amministrazione significa peggiorare tutto il sistema su cui si regge il nostro Cantone!
Non possiamo più accettare di essere ostaggio dei numeri. Non possiamo accettare che il costo della crisi ricada sempre sui più deboli, sulle lavoratrici e sui lavoratori, sui nostri figli. È il momento di dire forte e chiaro: il servizio pubblico non si tocca!
Il Ticino non può diventare il Far West che alcuni vogliono: un posto dove solo i forti sopravvivono, dove si taglia, si risparmia e si dimentica la dignità umana. Non lo permetteremo! Il nostro messaggio è chiaro: difenderemo il servizio pubblico con tutte le nostre forze. Il governo deve ascoltarci!
Vogliamo rispetto per chi lavora nei servizi sociosanitari, vogliamo una scuola che funzioni, vogliamo un futuro per i nostri figli e per il nostro Cantone!
Manifesteremo finché non avremo ottenuto giustizia! Tutti insieme, alziamo la voce per un Ticino più giusto e solidale!

Davina Fitas, Responsabile del settore pubblico e docenti

Far West Ticino