Non era ancora scattata la mezzanotte ma poco ci mancava, fortunatamente il Gruppo italiano Riganti Spa, attivo a pochi chilometri dal confine elvetico (Solbiate Arno, Varese) con un’azienda che si occupa di stampaggio a caldo di acciai, ha rilevato l’azienda del Borgo rivierasco.
Nel mese di giugno scorso erano state consegnate oltre 40 disdette di licenziamento, perciò attualmente pochi di quei lavoratori sono rimasti alle dipendenze. La nuova ditta ha iniziato immediatamente i lavori, anche se inizialmente è prevista una ripresa lenta, sia a livello occupazionale che di mole di lavoro. Con il passare dei mesi dovrebbe regolarmente progredire per arrivare ad avere una piena occupazione quanto prima.
La salvezza della SMB è anche un’ottima notizia per la regione delle Tre Valli, che nell’ultimo periodo aveva subito una continua erosione dei posti di lavoro.
I sindacati, con OCST in testa, stanno tutt’ora trattando il Piano sociale che ha lo scopo di mitigare i disagi sociali ed economici con i quali sono stati confrontati i lavoratori a seguito della chiusura aziendale.
Cava Martinetti: per ora si va avanti
Importante novità per la cava con sede a Iragna. La cava è stata infatti rilevata. Nel 2017 erano state consegnate per la fine dello scorso anno le disdette del rapporto di lavoro a tutti e 14 i dipendenti della storica ditta rivierasca. Il Gruppo Maurino Graniti SA ha battuto la concorrenza e si è accaparrato la cava e la manodopera impiegata. Fortunatamente tutti i dipendenti presenti al momento del ricevimento della lettera di disdetta, salvo un paio di eccezioni che nel frattempo hanno trovato un altro impiego, si sono visti prolungare di alcuni mesi il proprio contratto di lavoro.
Al momento non è però molto chiaro ciò che accadrà ai dipendenti nei prossimi mesi. La speranza e l’auspicio del sindacato OCST, che ha seguito la vicenda da vicino, è che tutte le maestranze possano avere un futuro nella Cava Martinetti.
Claudio Isabella