Le trattative salariali condotte quest’anno tra le parti sociali Unia, Syna/OCST e la Società degli impiegati del commercio Svizzera da una parte e il rivenditore al dettaglio Coop dall’altra si sono concluse con un nulla di fatto. Coop non ha voluto concedere la piena compensazione del rincaro e si è opposta a una compensazione dei premi delle casse malati e a un aumento dei salari reali.
Le parti sociali Unia, Syna/OCST e la Società degli impiegati del commercio non sono riuscite a raggiungere un accordo con Coop: l’azienda si è rifiutata di concedere l’adeguamento al rincaro per l’anno in corso, nonché la compensazione dei premi delle casse malati e un aumento dei salari reali per il personale. Le associazioni contraenti non hanno quindi potuto approvare l’esito delle trattative salariali.
Le parti sociali accolgono tuttavia con soddisfazione il fatto che, a conclusione delle trattative, Coop abbia rinunciato a concedere aumenti individuali e abbia invece acconsentito a un aumento salariale generale a beneficio di tutto il personale che sottostà al CCL. La disponibilità di Coop a concedere un aumento a titolo generale che andrà a beneficio del maggior numero possibile di collaboratrici e collaboratori è un risultato importante per il futuro.
Gli aumenti salariali equi sono fattibili
Coop vanta una buona situazione finanziaria, consolidata da un ulteriore aumento della cifra d’affari e dell’utile annuo. «A maggior ragione è importante che ne traggano beneficio anche le dipendenti e i dipendenti che giorno per giorno lavorano duramente per raggiungere questi risultati», conclude Cornelia Bickert, responsabile del commercio al dettaglio presso Syna.
Garantire il potere d’acquisto e recuperare il ritardo dei salari reali
Secondo la rilevazione svizzera della struttura dei salari, nel 2022 la soglia dei salari considerati bassi si attestava a 4’525 franchi. Nel commercio al dettaglio, quasi un quarto (23,3%) dei dipendenti (soprattutto donne) percepisce un salario basso: il doppio rispetto alla quota nazionale. Per queste persone, la perdita di potere d’acquisto nella vita di tutti i giorni è particolarmente gravosa. Chi percepisce un salario basso è colpito in misura più significativa dal rincaro, che sia dei generi alimentari, degli affitti o dell’energia, rispetto alle persone con un salario elevato.
«In media, dalla fine del 2020 i costi hanno subito un incremento del 7%, senza neppure considerare l’aumento dei premi delle casse malati. La perdita di potere d’acquisto è reale e la situazione si fa ogni anno più difficile», spiega Hannes Elmer, specialista «Partenariato sociale» presso la Società degli impiegati del commercio Svizzera. Il calcolo è semplice: per chi guadagna meno di 4’525 franchi, già 45 franchi al mese fanno una grande differenza.
Premiare l’aumento della produttività del personale
Per Anne Rubin e Leena Schmitter, responsabili delle trattative Unia, la necessità di agire è evidente. «Da anni i costi del personale sono sotto pressione e il 2024 ha segnato un ulteriore giro di vite. Le collaboratrici e i collaboratori denunciano la carenza di personale, le enormi pressioni sul rendimento e la grande flessibilità richiesta», dichiara Anne Rubin. Leena Schmitter aggiunge: «Le dipendenti e i dipendenti generano utili sempre maggiori con un organico sempre più ridotto, mettendo a repentaglio la propria salute. Coop approfitta di questa estrema intensificazione del lavoro. Aumenti salariali che coprano almeno il costo della vita sono nell’interesse del personale».
Per le parti sociali, l’esito delle trattative salariali di quest’anno non è sufficiente. Sono necessari ulteriori passi per migliorare le condizioni salariali e lavorative di tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori.