Il Consiglio federale ha di nuovo modificato, venerdì 27 marzo, l’ordinanza Covid 19. Per Travail.Suisse, organizzazione alla quale appartiene anche l’OCST, l’introduzione di una finestra di crisi per i cantoni è la cosa giusta da fare. 

Il Consiglio federale tiene così conto della situazione specifica del canton Ticino e evita un conflitto inutile. Purtroppo non ha invece ritirato la sospensione temporanea per chi lavora negli ospedali della legge sul lavoro, ma ha comunque precisato che sono dovute delle compensazioni in tempo e finanziarie. Travail.Suisse esorta i cantoni a impegnare più personale nel controllo della protezione della salute nelle imprese. 

Il Consiglio di Stato del canton Ticino, con il sostegno dei partner sociali ticinesi, ha fermato in linea di principio, l’economia. Il virus corona è più diffuso in Ticino e le autorità locali sono state costrette ad agire. Travail.Suisse è in contatto stretto con la sua organizzazione membro OCST e si felicita che una soluzione pragmatica sia stata trovata in questa situazione e che, grazie alla decisione presa oggi dal Consiglio federale, le imprese ticinesi possano domandare le indennità di lavoro ridotto per le loro impiegate e i loro impiegati. “Con la finestra di crisi, il Consiglio federale ha creato uno strumento per trattare le situazioni specifiche dei cantoni”, ha dichiarato Adrian Wüthrich, presidente di Travail.Suisse. Si felicita del fatto che questo provvedimento coinvolge nella decisione i partner sociali.

Come partner sociale a livello nazionale, Travail.Suisse ha chiesto a più riprese al Consiglio federale a alle autorità federali che le condizioni di lavoro non si deteriorino in questa situazione difficile e che tutte le penalizzazioni già decise finora, siano annullate. Più precisamente, l’ordinanza Covid sospende la legge sul lavoro per il personale ospedaliero. Il personale sanitario fa degli sforzi enormi, ecco perché la sua salute dovrebbe essere meglio protetta e non essere esposta a rischi supplementari. Il Consiglio federale intende comunque mantenere questa sospensione. Venerdì ha tuttavia precisato all’art. 10a, paragrafo 5, che sono dovute delle compensazioni finanziarie e in tempo libero. Anche in stato di emergenza, Travail.Suisse esige il coinvolgimento dei partner sociali prima che vengano introdotti adattamenti al diritto del lavoro.

Il Consiglio federale ricorda che le misure di protezione della salute devono continuare ad essere rispettate in modo rigoroso. È il solo modo di rallentare le propagazione del virus. Travail.Suisse sottolinea le dichiarazioni del Consiglio federale: solo le imprese che rispettano le misure dell’Ufficio federale di sanità pubblica dovrebbero poter continuare la loro attività. Travail.Suisse richiama tutte le imprese a rispettare la protezione della salute delle loro impiegate e dei loro impiegati ed esige che le autorità cantonali, in collaborazione con la Suva, aumentino il numero di ispezioni nelle imprese.

Le imprese hanno già depositato le domande di lavoro ridotto per 656'000 lavoratrici e lavoratori. L’ampiezza di questa crisi è quindi sempre più evidente, dal momento che, durante la crisi finanziaria, non più di 90'000 persone avevano fatto ricorso al lavoro ridotto. “Il lavoro ridotto è lo strumento di riferimento e impedisce i licenziamenti”, Adrian Wüthrich ne è convinto.