Il 24 agosto le lavoratrici e i lavoratori delle Cliniche private si sono riuniti in assemblea per discutere del rinnovo del contratto collettivo di lavoro degli Istituti ospedalieri privati del Cantone Ticino. Si tratta di un importante rinnovo che deve manifestare la nuova consapevolezza, acquisita durante la pandemia, dell’importanza del lavoro svolto nel settore sociosanitario e del ruolo delle operatrici e degli operatori delle cliniche in questo ambito.

È proprio in questo senso che l’assemblea ha dato mandato ai sindacati di avviare un tavolo di discussione.
Il Ccl ha bisogno di essere aggiornato, ma ciò che sta particolarmente a cuore alle lavoratrici e ai lavoratori delle cliniche private è una rivalutazione salariale e un miglioramento del sistema di retribuzione che tenga conto della centralità del personale nell’offerta di un servizio di qualità per i pazienti. Chiedono cioè che vengano alzati i minimi e massimi nella scala salariale e, per le cliniche che ancora non lo prevedono, che venga introdotta una regolamentazione dell’avanzamento lungo la carriera lavorativa. Chiedono inoltre l’introduzione delle funzioni mancanti nella scala salariale e il riconoscimento di una o due classi salariali per il personale medico tecnico a seconda dei crediti di formazione acquisiti e che le indennità per lavoro disagiato vengano riconosciute anche per il lavoro al sabato.
In più è importante l’introduzione di misure più incisive per la conciliazione del lavoro con la vita privata. In particolare il riconoscimento di 3 settimane di congedo paternità pagato e l’introduzione di un congedo maternità e adozione di 19 settimane.
È noto infatti che le professioni sanitarie, che richiedono un’importante livello di formazione, sono anche quelle che suscitano un alto tasso di abbandono professionale prima del pensionamento. Solo un miglioramento delle condizioni lavorative ed una particolare attenzione alla conciliabilità tra lavoro e famiglia può invertire questa tendenza.

Xavier Daniel