A dicembre del 2021, dopo anni di intenso lavoro, fu sottoscritto il Contratto collettivo di lavoro (CCL) per il personale delle strutture d’accoglienza per l’infanzia (si veda «il Lavoro» n.16 del 23 dicembre 2021).

Negli anni precedenti, ci si era già impegnati a migliorare la condizioni di lavoro, soprattutto quelle retributive. Purtroppo l’assenza di regole chiare e uniformi rappresentava una lacuna importante per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori oltre che per l’attrattività della professione. Il settore degli asili nido e degli extra-scolastici era di fatto l’unico del settore sociosanitario ad essere privo di un contratto collettivo di categoria.
Da inizio gennaio 2022 le strutture avevano già potuto aderire volontariamente al CCL. Dal 1. gennaio 2023 sarà obbligatorio rispettare il CCL per beneficiare delle sovvenzioni.
Entrando nelle particolarità del nuovo CCL, è importante sottolineare come questo documento per quanto concerne la classificazione salariale, farà riferimento alla scala stipendi del Cantone Ticino (clicca per leggere i salari minimi e il CCL). È altrettanto importante sottolineare come si sia introdotto il principio degli scatti annuali che seguiranno le evoluzioni previste della scala stipendi del Cantone Ticino. La decisione di concedere gli scatti verrà presa annualmente della Commissione Paritetica e non potrà essere una decisione autonoma di ogni singola struttura. L’unico elemento che potrebbe portare ad una non concessione dello scatto annuale sarà il mancato riconoscimento di finanziamento da parte dell’ente finanziatore.
Il CCL ha migliorato le ore di lavoro settimanali, fissate a 40 e che prevedono anche il riconoscimento delle ore di preparazione, una maggiore protezione delle lavoratrici e dei lavoratori in caso di malattia e una maggiore tutela in caso di controversie con il proprio datore di lavoro, dal momento in cui viene data alla collaboratrice e al collaboratore la possibilità di rivolgersi alla Commissione Paritetica.
Per capire meglio quanto è importante l’entrata in vigore del CCL abbiamo posto qualche domanda a Giorgio Fonio, segretario regionale del Mendrisiotto, che aveva seguito le trattative.

Iniziamo con delle cifre: quante strutture ci sono in Ticino e quanti lavoratori compongono il settore?
È un settore che complessivamente accoglie ogni anno circa 6 mila bambini e dà lavoro a un migliaio di persone tra educatori, personale amministrativo e dirigenti.

Con il CCL, quante di queste strutture e dipendenti saranno assoggettati?
Al 31 dicembre 2022 vi erano sul territorio 69 tra nidi e micro-nidi sussidiati e 36 extrascolastici sussidiati.
Ad oggi hanno aderito al Contratto collettivo circa il 60% delle strutture e questo è un dato estremamente positivo, se pensiamo che siamo all’inizio del primo anno in cui è obbligatorio. Infatti nel 2022, il rispetto delle condizioni inserite nel CCL era facoltativo.

Nel 2022, una sorta di anno transitorio, hai avuto dei riscontri sia da parte delle strutture che delle lavoratrici e dei lavoratori? Qual è la loro impressione?
I riscontri sono stati molto positivi, sia dalle strutture che dalle lavoratrici. Inizialmente c’era una certa preoccupazione da parte di chi dirige le strutture, ma questa è sfumata velocemente e quello che posso affermare è che ho trovato una grande collaborazione e soprattutto molta motivazione nell’implementare questo nuovo Contratto Collettivo. Anche le lavoratrici hanno accolto in modo positivo le nuove condizioni introdotte nel settore, dal momento in cui, con il nuovo CCL si è andati a valorizzare in modo importante la loro professione, dal profilo salariale ma anche dal profilo del riconoscimento vero e proprio della formazione acquisita. Non dimentichiamoci che chi opera in questo settore si occupa in prima persona della crescita e dell’educazione dei nostri figli negli anni più importanti della loro vita.

Da inizio gennaio del corrente anno rispettare il CCL è obbligatorio se si vogliono ricevere sovvenzioni statali. Pensi sia possibile in futuro renderlo vincolante per tutte le strutture?
Di fatto il CCL è già obbligatorio, dal momento in cui il sussidio alle strutture è vincolato al rispetto dello stesso. Visto l’alto tasso di adesione delle strutture, è effettivamente ipotizzabile valutare di decretarlo di obbligatorietà generale, come fatto per altri contratti. Ma siamo solo all’inizio di questa nuova comunità contrattuale e quindi per ora, è importante che le parti possano collaborare serenamente nel farla crescere, come di fatto stanno facendo.

Allargando ulteriormente l’orizzonte, come segretariato del Mendrisiotto, il 2023 vi vedrà impegnati in qualche importante trattativa?
Sono molte le sfide che ci vedranno impegnati nei prossimi mesi. In primis, la difesa delle importanti conquiste sociali ottenute negli scorsi anni che alcuni vorrebbero smantellare. Successivamente, quello che percepiamo, è un peggioramento delle condizioni di lavoro nella nostra società e questo ci vedrà in prima in linea al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori.

Maggiori informazioni: http://www.cpcdiverse-ti.ch/cpcview.php?id=18


Sociosanitario 29.05.21