Proprio nel momento in cui anche le autorità cantonali hanno finalmente deciso di volersi impegnare per lo sviluppo dell’Aeroporto di Agno e hanno condiviso con il Comune il piano di rilancio, sono arrivate pessime notizie per LASA: i responsabili di Swiss hanno infatti deciso di abbandonare l’aeroporto.
Da tempo l’ex compagnia Svizzera, ora in mano alla tedesca Lufthansa, sta facendo giochetti poco corretti con l’unico obiettivo di eliminare la concorrenza. Lufthansa, tramite Swiss e coinvolgendo purtroppo l’aeroporto di Lugano, ha da tempo avviato una guerra contro altri concorrenti, in particolare Etihad Airways che a suo tempo aveva sostenuto Darwin.
Il primo segnale di questa guerra è stata la concorrenza spietata che Swiss ha avviato sul volo Lugano-Ginevra riducendo le tariffe al punto da rendere impossibile per Darwin continuare a prestare questo servizio. Una volta eliminato il concorrente, Swiss ha poi deciso di abbandonare questa tratta.
Il secondo segnale è stato l’attribuire a una compagnia fragile economicamente e inaffidabile tecnicamente il mandato di effettuare il volo Lugano-Zurigo. Difatti Adria Airways non solo non è stata in grado di garantire questo volo ma è risultata deficitaria anche su altri voli e questo l’ha portata al fallimento. Impossibile non pensare che dietro alla scelta di questa fragile compagnia ci fosse un evidente intenzione di smobilitare i servizi dal Ticino.
Semplicemente scandalosa l’ultima puntata dell’affare Swiss che, in pochi giorni e senza consultarsi con i responsabili di LASA e con le autorità politiche, ha deciso di abbandonare definitivamente Lugano Agno invitando i suoi clienti a utilizzare il treno, ossia ad aggiungere ai loro viaggi 3 ore supplementari.
Una squallida strategia che mette ora a repentaglio non solo l’ottantina di collaboratori direttamente assunti da LASA, ma anche 300 lavoratrici e lavoratori che ruotano attorno all’aeroporto come pure le numerose imprese che collaborano e utilizzano i servizi di Lasa.
L’OCST non smetterà di denunciare queste assurde strategie e a sostenere con determinazione le lavoratrici e i lavoratori che vogliono continuare a prestare la loro attività a favore di questo scalo.
 
Lorenzo Jelmini