Il 26 settembre si è tenuto a Camorino, con una ventina di partecipanti, un incontro organizzato dal sindacato OCST-Docenti, volto ad informare  i dipendenti dello Stato interessati sulla situazione attuale e le prospettive future dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino. All’incontro ha partecipato Daniele Rotanzi, vicedirettore dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino.
 Le notizie che sono giunte alle orecchie dei partecipanti riguardanti il futuro della loro cassa pensione non sono state le più rosee. La situazione in breve:
• Le prospettive di rendimento del patrimonio dell’IPCT sono in riduzione, principalmente a causa dei bassi tassi di interesse;
• Il tasso tecnico, che rappresenta l’interesse implicito riconosciuto sul capitale dei pensionati, deve essere inferiore al rendimento. A fine 2017 è sceso al 2% (con la riforma del 2013 era passato dal 4% al 3.5%). Altrimenti avviene un peggioramento del disavanzo e del grado di copertura;
• Per questa ragione, deve diminuire anche il tasso di conversione. Il tasso di conversione converte il capitale in rendita (capitale*tasso di conversione = rendita annuale versata vita natural durante)
• L’attuale tasso di conversione IPCT a 65 anni è del 6.17% (calcolato con un tasso tecnico del 3.5%). Si stima che, per garantire la solidità della cassa, il tasso di conversione IPCT a 65 anni sarà portato al 5.20% (considerando un tasso tecnico del 2%). La diminuzione prevista del tasso di conversione comporta una riduzione delle future pensioni del 16%!
Per cercare di contrastare questa prospettata riduzione delle pensioni il Consiglio di amministrazione dell’IPCT sta cercando di trovare delle misure compensatorie. Al momento le tre possibili misure compensatorie evidenziate sono le seguenti:
1) Aumento degli accrediti di vecchiaia
2) Aumento dello stipendio assicurato
3) Accredito straordinario per chi è più vicino all’età di pensionamento.
Tutti gli attori sono chiamati a fare un sacrificio: l’IPCT, datori di lavoro e assicurati. Queste misure compensatorie sono possibili solo se lo Stato darà un contributo straordinario supplementare di CHF 300 milioni. Questi 300 milioni sono anche un modo di compensare il costo supplementare imposto all’IPCT di CHF 1 miliardo, dovuto alle garanzie votate dal Parlamento nel 2013 per gli assicurati, per i pensionati e per gli ultracinquantenni. Quando la riforma del 2013 è entrata in atto non ci si aspettava una riduzione dei tassi di interesse così massiccia e dunque un aumento del disavanzo di questa entità! È dunque fondamentale che, per garantire anche agli assicurati che nel 2013 non avevano ancora 50 anni un livello di pensione in linea con le prestazioni attuali e non gravarli di un ulteriore taglio del 16%, lo Stato dia questi soldi alla cassa pensione.
Il sindacato seguirà con attenzione l’evoluzione della situazione e richiederà il concreto e sostanziale intervento del datore di lavoro (Governo e Parlamento) affinché si possa contenere al minimo la prospettata riduzione delle rendite. Ne va di mezzo anche l’attrattività della funzione pubblica.
 
Alessia Fornara