La Kerr di Bioggio, dopo aver annunciato la delocalizzazione dell’attività nonostante ottimi risultati economici, non sembra conoscere il significato della parola dialogo.

In particolar modo per quanto concerne il piano sociale: le parti sociali non sono state prese in causa nonostante avessero ricevuto mandato dai lavoratori. Dalla direzione sono sempre arrivate risposte scarica barile oppure addirittura nessuna risposta. «Il piano sociale elaborato dall’azienda stessa, pur lodevole nell’intento, è qualcosa che va contro la «giustizia sociale» prevedendo compensazioni maggiori per classe dirigenziale e non premiando invece la frangia produttiva dell’azienda o favorendo magari chi ha figli» afferma Giovanni Scolari, segretario regionale del Luganese. «Il centinaio di lavoratori che rimarrà senza impiego si aspettava tutt’altro trattamento dai vertici aziendali che hanno invece dimostrato chiusura e disinteresse verso il dialogo. Un atteggiamento unidirezionale che non deve essere permesso» prosegue Scolari.
Per Marco Cirronis, sindacalista OCST, la dirigenza fa finta di nulla: «Le nostre lettere in cui chiedevamo delle modifiche al piano sociale spesso non hanno ricevuto nessuna risposta. Ci siamo scontrati contro un muro e a rimetterci sono come sempre i lavoratori».
Va da sé che per il sindacato OCST è inaccettabile un comportamento di questo tipo, fatto di chiusura e mancanza di dialogo, in un periodo storico particolarmente difficile. Di conseguenza con l’appoggio dei lavoratori, lo scorso giovedì 25 marzo, durante la pausa pranzo, ha organizzato una simbolica protesta per denunciare appunto quanto scritto in precedenza.

gad