Dal 1° febbraio 2023 si diventa tassabili su tutto il reddito svizzero.

Martedì 7 febbraio si terrà una diretta online a proposito di questo importante tema. Vi invitiamo a partecipare numerosi!

Il relatore sarà Andrea Puglia, Responsabile ufficio frontalieri OCST

Per accedere all'incontro: https://us02web.zoom.us/j/88999334505

 

Un ennesimo fulmine a ciel sereno scuote il mondo dei frontalieri e in particolare coloro che desiderano svolgere una parte della propria attività in telelavoro.

Rispondendo ad un apposito interpello, l’Agenzia delle Entrate ha emesso ieri un parere spietato che accende la rabbia (e l’incredulità) delle parti sociali, delle aziende e soprattutto dei lavoratori.

La sentenza espressa dall’erario italiano è netta: dal 1° febbraio 2023 se un frontaliere residente nei Comuni di confine farà anche un solo giorno intero di telelavoro diventerà tassabile in Italia su tutto il proprio reddito!

L’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate si basa sul principio della violazione del “rientro giornaliero”. Questo elemento è infatti da sempre una condizione necessaria per poter beneficiare della tassazione esclusiva del reddito da lavoro in Svizzera in base a quanto previsto dall’Accordo sulla tassazione dei frontalieri del 1974. L’Agenzia ha ora deciso di interpretare questo criterio alla lettera (con un formalismo che distrugge ogni buonsenso). Secondo l’erario con il telelavoro di fatto il frontaliere interrompe questo meccanismo e questo lo porrebbe fuori dal dettato dell’Accordo del 1974, facendolo rientrare nella più generale Convenzione contro le doppie imposizioni.

Tradotto in parole più semplici: per poter pagare le tasse solo in Svizzera è necessario che il frontaliere non lavori nemmeno un intero giorno dal proprio domicilio (faranno eccezione i giorni parzialmente lavorati da casa, cioè quelle giornate in cui il frontaliere valicherà comunque il confine e si recherà in Svizzera, seppur per una parte ridotta del tempo di lavoro).

Si tratta di un’interpretazione che ha molti passaggi contestabili. Tuttavia fino a quando le Autorità non faranno maggiore chiarezza, il frontaliere dei Comuni di confine che farà telelavoro in caso di controllo incorrerà nel rischio pericoloso di vedersi tassato l’intero reddito da lavoro in Italia (con penalizzazioni finanziarie davvero importanti).

L’Ufficio frontalieri del sindacato OCST ha subito preso contatto con il Governo italiano affinché si negozi al più presto un nuovo Accordo amichevole con la Svizzera che permetta ai frontalieri di effettuare una parte del proprio lavoro da casa senza avere implicazioni fiscali. Lo stesso messaggio urgente è stato recapito dalle parti sociali svizzere ai Dipartimenti federali competenti.

Alla luce di questi fatti, fino a quando non si arriverà ad un nuovo Accordo amichevole, il telelavoro resterà dunque una scelta sconsigliata per i frontalieri dei Comuni di confine.

Il sindacato è cosciente che si tratta di un tema prioritario per le aziende e i lavoratori. Per questa ragione impiegherà tutte le proprie forze per farsi da facilitatore tra gli Stati nell’ottica di ottenere un nuovo Accordo amichevole.

Seguiranno aggiornamenti.