Nella giornata di sabato 15 dicembre, 60 delegati della Conferenza dell’Edilizia di Syna/OCST/SCIV a Olten nonché i delegati della Conferenza professionale dell’edilizia di Unia a Berna hanno approvato a maggioranza il risultato negoziale che pone fine al conflitto edile. L’accordo era stato raggiunto dalle delegazioni negoziali il 3 dicembre, dopo 20 tornate di trattative e un aspro conflitto di lavoro (vedi «il Lavoro» del 6 dicembre).
Dopo 20 tornate di trattative, una manifestazione con 18’000 lavoratori edili in giugno nonché diverse giornate di protesta in ottobre e novembre a cui hanno partecipato oltre 15’000 lavoratori edili, il 3 dicembre le trattative sono sfociate in un accordo. Le delegazioni negoziali della Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) e dei sindacati hanno raggiunto un’intesa: il pensionamento a 60 anni è garantito. I lavoratori edili versano infatti contributi maggiori. Il rinnovo del Contratto nazionale mantello prevede diversi miglioramenti per entrambe le parti e i salari nell’edilizia principale registrano un aumento mensile di 80 franchi sia nel 2019 che nel 2020.
Per ottenere questo risultato, entrambe le parti hanno dovuto rinunciare alle loro rivendicazioni maggiori. I delegati dei sindacati hanno approvato a larga maggioranza l’esito delle trattative, ritenendolo un risultato equilibrato e sottolineando l’importanza di evitare un lungo braccio di ferro che non avrebbe certamente fatto gli interessi dei lavoratori e delle imprese.
La delegazione ticinese, per voce del sindacalista OCST Francesco Ciccarelli, è voluta intervenire richiamando a ragion veduta quelle che sono le particolarità del mercato del lavoro ticinese che condiziona, e non poco, frequenti situazioni di abuso contrattuale. In particolare la forte presenza di lavoratori interinali a cui spesso e volentieri non vengono riconosciute tutte le prestazioni del contratto. Un forte richiamo è stato pure fatto sul non essere riusciti a limitare la possibilità di occupare i lavoratori prepensionati nelle imprese per un determinato importo fisso.
Ora la parola passa agli impresari costruttori che ieri si sono riuniti in assemblea dei delegati straordinaria. Con l’approvazione si metterebbe definitivamente la parola fine al lungo conflitto del 2018. Per motivi di stampa non vi possiamo riferire dell’esito.
Con il semaforo verde degli impresari a livello nazionale, si potrà quindi avviare una trattative per il rinnovo del CCL cantonale: si tratta in buona sostanza di tradurre l’accordo nazionale a livello cantonale. Il primo incontro è fissato domani venerdì 21 dicembre a Bellinzona. Riferiremo nella prima edizione di gennaio del prossimo anno.
 
Paolo Locatelli
 

Aumenti salariali da gennaio 2019 nei settori affini?

Vetrerie
Sono stati concordati i seguenti aumenti salariali per singola categoria professionale: aiuto vetraio +0,9%, vetraio +0,7%, vetraio qualificato e capo vetraio +0,5%. I nuovi minimi sono: aiuto vetraio 23.85 fr/h, vetraio 25.65 fr/h, vetraio qualificato 27.60 fr/h, capo vetraio 30.10 fr/h
 
Falegnamerie
Le parti hanno concordato un aumento per i salari reali di 0.50 fr/h pari a 85.00 CHF mensili. I salari minimi beneficeranno tutti di un aumento di 0.50 fr/h.
 
Posa dei pavimenti
A partire da gennaio ai lavoratori verrà corrisposto un aumento di 35 CHF mensili pari a 0.20 fr/h. I salari minimi rimangono invece invariati.
 
Nei settori del gesso e della posa delle piastrelle un primo incontro di trattativa ha avuto luogo negli scorsi giorni. Entrambe le associazioni padronali lamentano una forte pressione sui prezzi  che rende difficile trovare un accordo salariale per il 2019. Le parti hanno aggiornato la discussione le prime settimane di gennaio.
Le trattative invece nel settore delle pavimentazioni stradali avranno luogo durante il mese di gennaio 2019. I salari evidentemente saranno adeguati come nel settore dell’edilizia (franchi 80 al mese).