Erano diverse migliaia i lavoratori che sabato 25 luglio 2022 manifestavano a Zurigo per il proprio contratto di lavoro. Una presenza colorata, rumorosa, partecipata che ha voluto ribadire un punto fermo nelle trattative del rinnovo del CNM edilizia principale: i muratori vogliono rinnovare il proprio contratto ma non accetteranno peggioramenti.

La trattativa, come già riferito in precedenti articoli, procede senza acuti: nello sforzo comune di mantenere il filo del discorso aperto, né la SSIC-CH né i sindacati hanno spinto sull’acceleratore. Si cerca infatti, prendendo il tutto molto alla larga, di negoziare senza però entrare nel merito degli argomenti più importanti.
Dopo 4 incontri di trattativa, si è infatti solo riusciti ad individuare i grandi temi di interesse comune: ad esempio, il pacchetto ore nelle sue tre componenti «ore di cantiere, flessibilità e tempo di viaggio», la formazione professionale, il ricambio generazionale in funzione di una maggiore attrattività del settore, le preoccupazioni dei lavoratori più anziani, delle regole chiare per il lavoro in caso di intemperie, la sicurezza e l’igiene sui cantieri.
Il Presidente della SSIC-CH, commentando le trattative in corso a margine della grande manifestazione degli edili, afferma che le discussioni procedono in un clima molto costruttivo. Una mezza verità nella misura in cui, quando si accenna ad entrare nel merito dei temi importanti… le soluzioni divergono, e non di poco!
Due esempi, per evidenziare come le distanze siano ancora importanti.
Il primo: il sindacato chiede correttivi affinché la giornata del lavoratore (ovvero, il tempo del tragitto casa-cantiere e ritorno, le ore sul cantiere e una ragionevole flessibilità) sia contenuta in una finestra di 9 ore. La SSIC-CH risponde con l’annualizzazione dell’orario di lavoro (ovvero, raggiungere - non importa come - le 2’112 ore contrattuali), togliere i minimi e i massimi giornalieri e settimanali (7.5/9 ore al giorno rispettivamente 37.5/45 ore alla settimana), poter agevolmente lavorare anche di sabato e abolire (in quanto inutili con la loro «soluzione») i calendari aziendali annuali, nonché recuperare le ore perse per le intemperie.
Il secondo: il sindacato chiede di trovare soluzioni affinché i lavoratori più anziani possano raggiungere il meritato pensionamento anticipato a 60 anni, rafforzando la protezione contro il licenziamento oppure offrendo all’interno dell’azienda un posto di lavoro meno gravoso. La SSIC-CH replica dichiarando che l’unica via per non licenziare gli over 55 sia quella di declassificarli (ovvero, oggi sei in categoria A, da domani sarai in categoria C) o anche diminuire i salari.
Trattative difficili, lo abbiamo già detto. Trattative che però devono ora entrare nel vivo delle discussioni perché il rischio di arrivare in autunno inoltrato senza un CNM affinato è molto alto. Quindi iniziamo a trattare… è ora!

Paolo Locatelli