Poco tempo dopo il caso Kering, un’altra bolla è pronta ad esplodere nel mondo della moda ticinese. L’azienda Tom Ford, noto marchio del lusso, si prepara al trasferimento in Italia.
Anche in questo caso la nostra grande preoccupazione rimane il lavoro. Quello che, a prescindere dalle cifre, rende per noi profondamente delicata questa nuova situazione è la facilità con cui spariscono professioni dal Ticino. Che sia per motivi organizzativi, che sia per ragioni economiche e finanziarie o che sia per opportunità doganali, la sostanza è che diciannove posizioni non saranno più presenti in questo nostro territorio…
L’apprensione è che gradualmente, ma inesorabilmente, sembra si stia impoverendo il nostro contesto produttivo ed imprenditoriale e che per le più diverse giustificazioni lavori e competenze vengano rispostate, trasferite e delocalizzate specialmente nel settore della moda. Ci chiediamo, lo chiediamo alle istituzioni, agli organi di stampa e lo chiediamo anche alle associazioni coinvolte: per che cosa oggi vale la pena investire in Ticino? Che cosa rende desiderabile per aziende ed imprese del fashion il nostro Cantone?
La paura è che la risposta a queste domande non sia legata a capacità specifiche e distintive, alla presenza di un contesto organizzato e solido grazie alla preparazione e alla formazione. Dal nostro punto di vista consideriamo ogni eventuale opzione alternativa che non sia legata al lavoro nella sua esperienza più concreta ed operativa, accessoria e per certi versi, appunto, volatile. Non vorremmo che a furia di dover difendere ciascuno il suo punto di vista ci si dimentichi un po’ tutti che lo scopo vero di una comunità professionale, com’è quella della moda, dev’essere, prima di ogni altro interesse, lo sviluppo e la crescita della professione stessa.
Pertanto non abbiamo timore a confermare che come OCST siamo disponibili ad ogni tipo di riflessione, dialogo o dialettica orientati a coltivare, sviluppare e magari anche implementare professionalità distinte e radicate, perché senza crediamo sia molto difficile garantire un futuro a certi settori.
 
Paolo Coppi