Pochi giorni dopo la dichiarazione di fallimento del Giornale del Popolo (GdP) è stata costituita, per volontà di Mons. Valerio Lazzeri e su sollecitazione di associazioni e sindacati di categoria, l’Associazione Solidarietà Giornalisti e Operatori dei Media.
Vista la situazione venutasi a creare con la perdita dell’impiego da parte dei dipendenti e collaboratori del GdP, il Comitato dell’Associazione, presieduto dal Vicario generale della Diocesi, Mons. Nicola Zanini, ha immediatamente concentrato i propri sforzi nel supplire all’assenza di un piano sociale. La prima decisione presa è stata quella di istituire un fondo di solidarietà, che è stato possibile alimentare grazie ai numerosi versamenti liberi di enti e persone fisiche e che ha raccolto complessivamente CHF 969’199.- (stato al 30.09.2019). A questa cifra la Diocesi, tramite alcune fondazioni a lei vicine, ha contribuito con una somma pari a CHF 500’000.-.
Il Comitato dell’Associazione ha parallelamente adottato uno specifico Regolamento, con i criteri in base ai quali definire i contributi di solidarietà da assegnare a ogni singolo ex-dipendente e collaboratore del GdP. Sono stati presi in considerazione l’anzianità di servizio, l’età e le persone a carico, esclusi i figli, per i quali – se ancora agli studi – è stata decisa un’indennità forfettaria.
È opportuno sottolineare che per ogni decisione relativa all’impiego dei mezzi finanziari raccolti, il Comitato dell’Associazione si è avvalso di una Commissione consultiva, formata dai delegati dell’Associazione Ticinese dei Giornalisti (ATG), dei sindacati OCST e Syndicom nonché degli ex dipendenti del Giornale.
L’iniziativa intrapresa ha permesso di versare agli ex-dipendenti e collaboratori del GdP un importo complessivo di CHF 936’833.-. Le spese amministrative del fondo sono ammontate a CHF 16’379.- (1.7% del totale delle donazioni), ritenuto che i membri del Comitato e della Commissione hanno fornito le loro prestazioni a titolo gratuito. Sul conto dell’Associazione rimangono a disposizione per eventuali ulteriori necessità CHF 15’987.- (stato al 30.09.2019).
Comitato e Commissione dell’Associazione esprimono la loro soddisfazione per il lavoro svolto di comune accordo e i risultati raggiunti con la raccolta fondi. Le donazioni, che hanno sfiorato il milione di franchi, hanno permesso di versare agli ex-collaboratori del GdP dei contributi di una certa importanza, che hanno loro permesso perlomeno di alleviare le conseguenze negative a seguito della perdita del posto di lavoro.
Come ha notato nel corso della conferneza stampa Ruben Rossello, il risultato ottenuto, anche rispetto a quanto accaduto per esempio per la ristrutturazione di Le matin, avvenuta anch'essa nella primavera scorsa, è positivo. Inoltre un buon numero di ex dipendenti del Giornale del Popolo ha trovato un nuovo impiego.
Renato Ricciardi ha inoltre sottolineato che se, al momento del fallimento, non c’era un obbligo legale di intervenire con un piano sociale, si è manifestata una volontà morale di sostenere chi aveva perso il lavoro.
 
Un vuoto nell’informazione 
Dopo il fallimento del Giornale del Popolo, si è fatto tutto il possibile per sostenere gli ex dipendenti, ottenendo, grazie alla collaborazione della Curia e alla generosità di molti, un risultato che all’inizio era insperato.
Cosa resta ad un anno da quegli accadimenti? Al cattolico attento ai temi sociali e politici e al sindacalista cristiano-sociale rimane aperta la domanda se sia stata giusta la decisione di chiudere una testata storica presente con informazione e giudizi chiari sui temi salienti che emergevano giorno per giorno nella società. 
 
Renato Ricciardi

 

Un anno di passione
 
La chiusura del GdP è stata un colpo molto duro per tutti noi. Personalmente, e dopo un primo momento di smarrimento, ho cercato di reagire e trovare un lavoro «classico». Tuttavia nel mondo del giornalismo e della comunicazione, non è semplice trovare il posto fisso. Ho quindi deciso di ampliare il mio orizzonte e puntare sulle collaborazioni, anche in settori che mi interessavano ma che conoscevo meno. E quel momento difficile si è trasformato in un’occasione di crescita personale e di apertura a nuove esperienze lavorative. In particolare legate al mondo del lavoro: OCST, Espoprofessioni, SwissSkills, TicinoEconomico. Ma anche in ambito sociale (Autismo Svizzera italiana).
 
Nicola Mazzi