Raccolte 151'782 firme! Appuntamento a settembre per il voto!
Dieci argomenti contro AVS21
Una riforma sulle spalle delle donne
Il cuore di questa riforma dell’AVS è l’aumento dell’età di pensionamento delle donne. Nel corso dei prossimi dieci anni, questa misura dovrebbe permettere di risparmiare circa 10 miliardi di franchi.
Una parte sostanziale dei costi della riforma sarà quindi sostenuta dalle donne. Si è coscientemente ignorato che complessivamente le rendite delle donne dal primo e dal secondo pilastro sono inferiori di un terzo rispetto a quelle degli uomini e che le donne sono già penalizzate al momento del pensionamento.
Misure pseudosociali per la generazione di transizione
Per la generazione di transizione, il Parlamento ha fissato dei supplementi di rendita e dei tassi di riduzione diminuiti in caso di anticipo della rendita. Queste due misure non possono tuttavia essere cumulate. Questo significa che non verrà versato nessun supplemento in caso di anticipo della rendita. Per le donne il cui reddito medio annuale determinante è superiore a 57'360 Fr., questo comporterà una perdita di rendita. Questa situazione riguarda più della metà delle donne che appartengono alla generazione di transizione. Inoltre, i supplementi di rendita verranno versati in modo differente a seconda delle classi di reddito, solo due classi di reddito li ricevono integralmente.
Aperta la via ad altri aumenti dell’età di pensionamento
Il Parlamento ha ignorato altre possibilità di finanziamento alternativo e durevole oltre all’aumento dell’età di pensionamento (vedi i punti 5 e 6). È quindi chiaro fin da subito che il dibattito su nuovi aumenti dell’età di pensionamento, a 66 o 67 anni, sarà lanciato dopo le prossime elezioni del 2023. Bisogna evitare che l’aumento dell’età di pensionamento diventi l’opzione più semplice per finanziare l’AVS!
Prospettive di finanziamento a breve termine
L’aumento dell’IVA dovrebbe generare circa 1,4 miliardi di franchi all’anno per l’AVS. Anche in combinazione con i risparmi realizzati grazie all’aumento dell’età di pensionamento delle donne (vedi punto 1), l’AVS sarà confrontata di nuovo con lo stesso problema a partire dal 2026: una carenza di finanziamento. Ecco perché chiediamo delle soluzioni di finanziamento a lungo termine, e non una riforma di breve termine.
Le forme alternative di finanziamento vengono ignorate
All’inizio del dibattito politico Travail.Suisse aveva attirato l’attenzione sulle forme alternative di finanziamento dell’AVS. Oltre alla soppressione della discriminazione salariale (vedi punto seguente), il Parlamento ha anche rinunciato a versare all’AVS gli utili della Banca nazionale provenienti dai tassi di interesse negativi. Questi vengono percepiti dal 2015 e avrebbero permesso di versare nelle casse dell’AVS un totale di 14 miliardi di franchi. La BNS ha un capitale di più di 1’000 miliardi di franchi, la sua indipendenza non sarebbe certo stata messa in discussione da questa misura. Gli introiti dei tassi di interesse negativi appartengono a tutti e tutti potrebbero beneficiarne tramite l’AVS.
Nessuna misura per rimediare alla discriminazione salariale
La discriminazione salariale delle donne comporta da sola un ammanco di 825 milioni di franchi all’AVS. Quindi la sua eliminazione porterebbe entrate maggiori dell’aumento dell’età di pensionamento delle donne. Una lotta efficace alla discriminazione salariale tra donna e uomo contribuirebbe quindi in modo sostanziale al risanamento dell’AVS – e renderebbe inutile l’aumento dell’età di pensionamento delle donne. Ma il Parlamento non vuole agire in questo ambito, al contrario: infatti, al momento della revisione della legge sulla parità, ha aumentato da 50 a 100 collaboratori la soglia per l’obbligo di analisi della parità salariale nelle imprese.
Una parità negativa
La riforma dell’AVS riguarda anche gli uomini. In origine, il Consiglio federale aveva chiesto che l’anticipazione della rendita per le donne e gli uomini fosse possibile a partire dai 62 anni. Attualmente, solo le donne possono farlo. La riforma dell’AVS va ora in un’altra direzione: in futuro le donne e gli uomini potranno toccare la loro pensione solo a partire dai 63 anni (ad eccezione della generazione di transizione). Questo adattamento è inaccettabile e porta ad una parità negativa. Questo aspetto non era stato contestato dal popolo al momento della votazione sulla previdenza vecchiaia 2020. Il Parlamento ha violato il principio della buona fede.
Perdita di fiducia dei giovani
Il più grande capitale della previdenza vecchiaia è la fiducia della popolazione. I giovani devono poter contare su una previdenza vecchiaia stabile. Per mantenere e rinforzare questa fiducia, è necessaria in primo luogo una prospettiva di finanziamento a lungo termine.
Mancanza di rispetto per l’opinione della popolazione
Il 18 settembre 2021, 15'000 persone hanno manifestato a Berna per pretendere rendite migliori; lo stesso anno, la Sciopero delle donne ha fatto scendere nelle strade quasi 100'000 persone in tutta la Svizzera. Inoltre numerosi collettivi di sciopero delle donne e organizzazioni in difesa dei loro diritti hanno attirato l’attenzione sulla grave discriminazione economica di cui quotidianamente sono vittime. Durante la Sessione delle donne dell’ottobre 2021 sono state adottate numerose petizioni in favore di un miglioramento della situazione delle donne nell’AVS e nella previdenza professionale. La risposta del mondo politico? Questa pessima riforma dell’AVS!
La peggiore combinazione possibile dei progetti di riforma del primo e del secondo pilastro
Se aggiungiamo a questo i danni che il Parlamento rischia di causare nel secondo pilastro, il quadro è cupo per le rendite delle donne. Nella previdenza professionale, le rendite rischiano di essere massicciamente ridotte, cosa che toccherà in gran parte le persone che hanno un tasso di occupazione debole e salari bassi – la maggioranza delle donne. Le donne hanno bisogno di un aiuto rapido per ottenere una rendita di vecchiaia decente e non di una nuova riforma di cui faranno le spese.